Dopo l’impietoso saccheggio, gli accessi del Palacooper sono stati murati. Come avvenne per il Monastero napoletano di Santa Chiara.
“Ropp’arrubbata, facetter ‘e porte ‘e fierro”. Successe a Napoli: dopo il saccheggio dello splendido Monastero di Santa Chiara, misero i portoni di ferro. Geniale quel napoletano che coniò questa espressione. Difatti accade spesso che una persona, dopo aver subito un furto, rincorre a contromisure adeguate per non patirne un altro. Ma è tardi per recuperare ciò che gli è stato indebitamente sottratto. Il saccheggio del Monastero di Santa Chiara è un po’ la storia del Palacooper di Via Alessandrello a Santeramo per lunghi anni tempio dello Sport per aver ospitato diverse stagioni della fenomenale Volley femminile di A1. Poi la decadenza della squadra per ragioni economiche e, di conseguenza, della struttura sportiva. Nel giro di poco tempo, infatti, il Palacooper è stato sventrato. I ladri hanno portato via tutto. Proprio tutto. Se ne avessero avuto la possibilità, anche i pilastri e la tettoria. Ebbene, dopo questo impietoso saccheggio, gli accessi sono stati murati. Come avvenne per il Monastero di Santa Chiara. Murati per conservare un bel niente se non residui del parquet e qualche accessorio reso inservibile, Questa opera di prevenzione avrebbe avuto un altro significato se fatta prima quando la struttura, ancorché inagibile, era sportivamente arredata. Il “meglio tardi che mai” in questa circostanza non si addice a meno che, dietro la muratura degli ingressi, c’è qualcosa che si va muovendo per riportarlo in vita. Magari. Qualche settimana fa, si vociferava di un imprenditore o di una cordata di imprenditori altamurani che avrebbero acquistato il rudere di Via Alessandrello. Ma, come al solito, in questa città non c’è nessuno che conferma o smentisce. Si va avanti con inerzia. Un malvezzo comportamentale e culturale che nuoce alla Città e di cui i responsabili a tutti i livelli non fanno nulla per sconfiggerlo. Come siamo messi male!