21 MARZO, SANTA BENEDETTA

2 ottobre 1791 Langasco (Genova) – 21 marzo 1858, Ronco Scrivia

Benedetta Cambiagio nacque a Langasco (Genova) il 2 ottobre 1791 da Giuseppe e Francesca Ghiglione e fu battezzata due giorni dopo. Quando ancora ragazzina, la sua famiglia si trasferì a Pavia. Verso i 20 anni ha una forte esperienza interiore che accresce l’amore alla preghiera e alla penitenza e, in modo speciale, il desiderio di abbandonare tutto per consacrarsi interamente a Dio. Ciò nonostante il 7 febbraio 1816 va sposa a Giovanni Battista Frassinello, un giovane ligure trasferito con la famiglia a Vigevano. Il cammino di Benedetta alla ricerca della volontà di Dio è abbastanza arduo e difficile, spinta com’è dall’impulso interiore per una vita verginale, coltivata fin dall’adolescenza. Vive nel matrimonio due anni, dopo i quali ha la gioia di realizzare, in questo stato, l’aspetto profondo e sublime della verginità spirituale. In pieno accordo con lo sposo, che attratto dalla santità di Benedetta ne abbraccia l’ideale, le vive accanto come sorella. Si occupano entrambi, con singolare amore, della sorella Maria, gravemente ammalata di cancro intestinale, ospitata in casa loro.

Nel 1825, alla morte di Maria, Giovanni Battista entra nella comunità dei Somaschi e Benedetta nelle Orsoline di Capriolo. Nel 1826, a motivo della salute, Benedetta ritorna a Pavia. Guarita prodigiosamente da San Girolamo Emiliani, si occupa delle fanciulle con il benestare del Vescovo, Mons. Luigi Tosi. Avendo bisogno di un aiuto, che suo padre le rifiuta, il Vescovo richiama Giovanni Battista, il quale lascia il Noviziato e torna alla sposa-sorella, rinnovando insieme il voto di castità perfetta nelle mani del Vescovo stesso. L’opera di Benedetta si inserisce nella vita sociale di Pavia in un periodo in cui l’istituzione della scuola è accolta come la vera apportatrice di benessere. È la prima donna della città e della provincia ad avvertire questo bisogno e l’Imperiale Regio Governo Austriaco le riconosce il titolo di “Promotrice della Pubblica Istruzione”. Coadiuvata subito da alcune giovani volontarie, alle quali dà un Regolamento approvato dall’Autorità Ecclesiastica, unisce all’insegnamento scolastico la formazione catechistica e al lavoro. Sono questi gli ambiti di cui si serve per trasformare le fanciulle in “modelli di vita cristiana” e assicurare in tal modo la vera formazione delle famiglie.

A Ronco Scrivia istituisce la scuola per le fanciulle del popolo e fonda l’Istituto delle “Suore Benedettine della Provvidenza” per le quali scrive le Regole-Costituzioni. Esse rivelano lo sviluppo del suo carisma pavese, estendendo a tutte le fanciulle e giovani l’educazione, l’istruzione e la formazione cristiana, con l’inconfondibile suo spirito di illimitata fiducia e abbandono alla divina Provvidenza, di amore a Dio attraverso la povertà e la carità. Nel 1847 va anche a Voghera. Questa sede, quarant’anni dopo la morte di Benedetta, per opera del Vescovo diocesano, diviene di diritto un Istituto indipendente. In tale circostanza le Suore assumono la denominazione di “Benedettine della Divina Provvidenza” in memoria di Benedetta, loro piissima Fondatrice. Nel 1851 Benedetta ritorna a Pavia, in una località diversa dalla prima fondazione e nel 1857 apre una scuola in un paese della Valpolcevera, San Quirico. Il 21 marzo 1858, Benedetta muore santamente a Ronco Scrivia, in giorno e ora da lei previsti. Attorno alla sua salma accorre un grande afflusso di gente per l’ultima manifestazione di stima e di rimpianto a colei che considera una “Santa”.

 

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