VERTENZA NATUZZI: ESITO DELUDENTE

Dalla USB Lavoro Privato Puglia riceviamo e integralmente diffondiamo:

“L’incontro svoltosi il 3 febbraio al Ministero dello Sviluppo Economico Lavoro, sulla vertenza Natuzzi, ancora una volta ha partorito un nulla di fatto. Infatti le uniche “novità” sono la disponibilità di due piccole aziende disposte ad investire per un numero limitato di lavoratori e la riduzione dei cosiddetti “esuberi” scesi a 300 per effetto degli incentivi all’esodo.

Siamo meravigliati e anche sorpresi che istituzioni e sindacati plaudono a questi esigui risultati che non risolvono assolutamente nulla.

Lo ribadiamo, nuovamente, e facciamo appello alla Regione Puglia di rivedere in toto la vertenza Natuzzi. A tal proposito è bene che tutti sappiano che:

– alla Natuzzi diminuiscono gli esuberi perché si riduce l’organico complessivo e, conseguentemente, si infoltisce l’esercito dei disoccupati;

– 300 lavoratori sono fuori dal ciclo produttivo, cassaintegrazione a zero ore e 1918 lavoratori a contratto di solidarietà;

– nei fatti, gli attuali cassaintegrati sono i futuri licenziati dalla Natuzzi, che guarda caso li colloca tutti nello stabilimento di Ginosa, sito dove da anni non si effettua alcuna lavorazione.

– gli eventuali nuovi assunti nelle New Co. saranno assunti con le modalità previste dal Jobs act, quindi senza alcuna garanzia occupazionale e con un salario d’ingresso;

– i lavoratori collocati fuori dal ciclo produttivo a loro insaputa sono, nella stragrande maggioranza, lavoratori con malattie professionali contratte in azienda oppure lavoratori che hanno rivendicato i propri diritti.

– le istituzioni hanno erogato ingenti finanziamenti pubblici a favore della Natuzzi, ovvero un’azienda che si appresta a ridurre l’organico anziché ampliarlo, e prevedono di stanziare altri soldi della collettività alla stessa società per attività di formazione e riqualificazione.

Per questi motivi chiediamo al Presidente della Regione Puglia, dott. Michele Emiliano, di incontrare i lavoratori ed ascoltare le ragioni della nostra opposizione a questi accordi al ribasso che penalizzano gravemente i lavoratori e le lavoratrici. Inoltre, chiediamo una riapertura della vertenza, che preveda il rientro di tutti i lavoratori nel ciclo produttivo, eventualmente l’estensione dei contratti di solidarietà per tutti”.

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