UNA NUOVA RACCOLTA FIRME PER LE FERMATE DELLA SITA SOPPRESSE

Santeramo, a memoria d’uomo, non ricorda malcontenti così diffusi e gratuiti. Occorre che tutti riflettano a cominciare da chi ci amministra.

 

La fermata della stazione non va bene e si cambia ancora. I pullman a due piani non entrano nel piazzale e se è parcheggiata una sola vettura non riescono a fare manovra neanche quelli a un piano. E’ questa la giustificazione resa dalla direzione generale della Sita.
Chi viaggia non può assistere a queste barzellette.
Prima di prendere una decisione andava valutato ogni dettaglio riguardo al nuovo percorso e alle nuove fermate. A questo punto, bene farebbe l’amministrazione comunale a fare un mea culpa degli errori commessi e ripristinare, da subito, il vecchio percorso e le vecchie fermate.
Quelle andavano bene a tutti, nessuno si lamentava. C’era la piazzetta Tienanmen, con i comodi sedili per l’attesa e lo spazio per la fermata.  Perché cambiarle? Per il gusto di esercitare un potere, per il gusto di far vedere quanto vale una fascia tricolore appesa al collo di chi vive di protagonismo! Non so quanto varranno le firme che si stanno raccogliendo, le nuove firme, diverse dalle 2500 già raccolte per la questione di via Iacoviello. Quelle sono parcheggiate su qualche scrivania in attesa di nulla. Anche queste ultime avranno lo stesso destino.
E invece bisognava aver rispetto delle esigenze di una comunità. L’amministrazione, il sindaco, al solo udire di un diffuso malcontento doveva prodigarsi  per ascoltare e accogliere le varie esigenze, anche quella di una singola persona, senza la necessità di dover ricorrere alla raccolta firme. Questo è fare il sindaco!
Per condividere questo comportamento bisogna essere caratterialmente predisposti, essere generosi, sensibili e attenti. Al nostro sindaco evidentemente sfugge quanto beneficio egli stesso avrebbe incontrato sulla strada della condivisione, su quella del rispetto delle esigenze di chi è già in grande difficoltà per vari motivi. Rinunciare a questa grande opportunità non ha spiegazione se non quella del gusto di fare il contrario di quello che gli viene chiesto. Di questo passo la nostra generazione lo ricorderà come il peggior uomo che abbia mai amministrato Santeramo. Non so quanto senso abbia ancora il suo slogan: buongiorno Santeramo!

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