Dietro le quinte grande lavoro diplomatico del Comitato Fermata Sita.
In certe cose non è importante essere laureati o ignoranti, professionisti o cafoni, ammalati o in buona salute. In certe cose, anzi in molte per non dire tutte, ciò che conta è il buon senso e l’eleganza di affrontare con dignità ogni difficoltà della vita. E di buon senso ed eleganza, il piccolo – grande “Comitato Fermata Sita Via Stazione”, ha dimostrato di averne tanto sin dai primi vagiti. I valenti promotori con tanto di nomi e cognomi, resisi conto di essere stati esclusi dall’attenzione generale di affrontare i problemi viari determinatasi per le note vicende di Via Iacoviello, sono scesi in campo con molta umiltà e senza calpestare i piedi a nessuno. E’ ciò che normalmente fanno le persone intelligenti. L’impetuosità esonda nella rozzezza.
Nella news del 20 ottobre scorso concludevo: “La loro proposta (ndr – quella del ritorno della fermata Sita in Piazza Tienanmen) va migliorata, secondo il mio sommesso parere, con il ripristino della fermata su Via Cassano. Qualcuno mi può vietare di pensarla in questo modo o di partecipare in caso di “vera mobilitazione”? Per come sono messe le cose, nessuno in questa storia ha l’esclusiva”. Non mi ritengo un veggente ma un modesto apprendista della penna, quindi del pensiero, che cerca di “leggere” piuttosto di “scrivere”. Come in questa situazione con la proposta del ritorno delle fermate Sita in Via Cassano dopo quella di Piazza Tienanmen, collegate da Via San Vincenzo de’ Paoli. Qualcosa in questo senso mi ispira fiducia senza aver parlato con nessuno ma certo del grande lavoro diplomatico di quei quattro “anonimi” che personalmente conosco e che stimo. Con uno di loro, spesso e volentieri, condivido gioiosamente momenti conviviali. L’ultimo, in ordine cronologico, domenica 18 ottobre intorno ad una bellissima torta di compleanno senza aver scambiato una sola parola su questo argomento. Degli altri 150 non conosco la loro identità ma sicuramente, tra loro, vi sono tanti cari amici.
Sono pure fiducioso del sopralluogo del 27 ottobre prossimo quando in Via Iacoviello il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per la Puglia, dovrà esperire il «necessario sopralluogo, e far conoscere il proprio parere con esauriente relazione per ogni singolo motivo di ricorso», promosso dalla nota fioreria di Via Gioia. Una grande occasione pure per i promotori di Via Iacoviello per dimostrare di non essere “quattro facinorosi”. Infine, la mia fiducia è pure ancorata al buon esito del secondo ricorso pendente dinanzi al Tar Puglia per l’inversione di marcia di Via Iacoviello. Se la buona sorte non verrà meno, bisogna pensare ad un unico grande brindisi augurale di Buon Natale da condividere con tutte le persone serie e responsabili di questa storia che avrebbe avuto un altro percorso se dall’inizio fosse stata coinvolta l’intera cittadinanza. Se brindisi non vi sarà, non fa niente. Sarà festa lo stesso per aver fatto in coscienza ogni utile tentativo per il ripristino dello status quo ante.