RIPUGNANTI E RIDICOLI ALLO STESSO TEMPO

Con il Presidente Sergio Mattarella tutti d’accordo a parole; nei fatti cambia poco o nulla.

In Italia, il contagio assassino è oggetto di dibattito politico anche di sapore strumentale. Il virus, però non porta voti. La gente ha paura e non sta pensando agli astrusi ragionamenti delle forze politiche. C’è un Governo che, alla pari dei suoi pari a livello mondiale, sta provando a fare la propria parte. Ricette toccasana non ne ha nessuno né stando in maggioranza né all’opposizione. Purtroppo. Un mese fa circa, il confronto politico occupava il primo posto nella graduatoria dell’attenzione degli organi di informazione; ora, giustamente, un po’ meno. L’emergenza si è stabilita in prima pagina perché gli Italiani sentono la necessità di sapere come vanno le cose, come e in che direzione si evolve la triste situazione. La recondita speranza generale è di ascoltare o di leggere la “buona novella” che il morbo sta per essere sconfitto. Ma così, finora, non è. Ci vuole tempo, pazienza e tanti sacrifici. Forse siamo solo all’inizio. Ciò nonostante, la politica trova modo di dire la sua, anche se non vi sarebbe tanto bisogno. Tutte le forze politiche si sono dichiarate disponibili alla collaborazione come sapientemente ha invocato l’amato Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tutti d’accordo, salvo poi, quando si viene messi alla prova, di rimarcare i mai sopiti distinguo. Quando, qualche volta sono costretto ad ascoltarli perché non faccio in tempo a cambiare canale, trovo sinceramente che sono ripugnanti e ridicoli allo stesso tempo. Sembra che taluni politicanti, perché di questo si tratta e non di persone politiche sapienti delle quali vi è tanto bisogno, avessero la formula magica pronta per debellare il virus e che tale ricetta sia contrastata dalla parte opposta, di maggioranza o di minoranza che sia. Sembra che le responsabilità della diffusione poteva essere evitata se le proposte del “senno di poi” fossero state accettate.

Sembra anche che l’infezione sia ancora dilagante perché gli altri hanno alzato “muri” all’ascolto e al confronto. Talune volte si ha la sensazione che in Italia vi siano forze politiche che vogliono il bene e forze politiche che hanno come obiettivo quello di tirare i piedi agli Italiani. C’è da rimanere basiti e disgustati. Non si può concepire che una classe dirigente vede anche in questi momenti la pagliuzza negli occhi degli altri, a prescindere dal ruolo che si occupa. L’invocata collaborazione del Primo Cittadino italiano, come avvenne ai tempi del dopo guerra, in apparenza viene condivisa con belle parole; nei fatti, è disattesa perché in ogni momento si deve trovare lo spunto per alzare l’indice di accusa. Così non va. Se questa maniera di collaborare fosse stata praticata dai Padri del dopo guerra, veri leader per antonomasia della politica italiana, al cui cospetto quelli attuali sono poca cosa, la Costituzione Repubblicana non avrebbe mai visto la luce. Non è stato ancora compreso che in questi tempi la spicciola speculazione politica per fini elettoralistici, non produce frutti.

Quando una casa brucia non si sta a vedere se la squadra dei Vigili del Fuoco ha riempito il serbatoio dell’acqua dal pozzo o dallo stagno o se la lancia è trattenuta dalla mano sinistra o dalla mano destra del Vigile del Fuoco. Quando il fuoco divampa, l’acqua viene presa dove c’è disponibilità, usando tutte e due le mani per orientate con più efficacia il getto alla fonte dell’incendio. In politica, questa cosa banale non attacca nemmeno adesso. Figuriamoci nei tempi della normalità! Allora, piuttosto che i distinguo, occorrono comportamenti solidali, anche se si intravedessero potenziali timori di intaccare il consolidamento del consenso elettorale che è l’ultima cosa di cui preoccuparsi oggi. Questo atteggiamento deve essere assunto da tutte le forze politiche serie e responsabili. C’è tempo, virus permettendo per tutti, di rimarcare differenze e ricette salvavita. Ora è il tempo di portare il personale annaffiatoio, mezzo pieno o mezzo vuoto che sia, per estinguere l’incendio, tacendo, collaborando, suggerendo e, per i cristiani, pregando nel silenzio con la corona tra le mani, senza esibizioni, nella propria casa o nelle sedi dei partiti e negli incontri politici. Per farlo bene, è sufficiente farsi attraversare la mente e il cuore dalle terribili immagini degli ospedali o della chiese di Bergamo trasformate per necessità in camere mortuarie.

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