QUANDO LA SATIRA È STRUMENTO DI VERITÀ

 D’Ambrosio sindaco bersaglio quotidiano di un anonimo vignettista.

Ad un suo sindaco non era mai capitato prima. Eppure di sindaci, nella sua storia, Santeramo ne ha avuti ben cinquantasei, escludendo dal computo l’attuale insegnante di religione che ne costituisce l’eccezione.

Da mesi D’Ambrosio è nelle mire di un anonimo vignettista. Su di lui, inquilino a Palazzo di Città dalla mal sopportata presenza dei più, imperversa inarrestabile Pierino Fiorentino, un nome di circostanza e fantasia. Sorprendentemente attento ad ogni quotidiana realtà di vita amministrativa, il nostro anonimo veicola avvenimenti, stigmatizza verità, comportamenti e stravaganze, cogliendone contraddizioni e insensatezze. Un modo assai particolare di comunicare che suscita attenzione, curiosità, condivisione e parecchia simpatia. Di ogni episodio il nostro insospettabile vignettista coglie l’essenziale. Per questo è sulla bocca di tutti, come vivo è nelle attese di molti  il desiderio di conoscerlo con tanto di vero nome,  cognome e faccia.

Non sono un frequentatore di facebook, ma alle vignette portate da Pierino a conoscenza collettiva un’attenzione interessata l’ho prestata, spesso impressionato dalla loro graffiante efficacia.

Valga una per tutte: dalle mani dell’Archeoclub, presidente dott. La Selva, autore di un progetto per il ripristino delle Grotte Sant’Angelo, viene sfilato il relativo consistente contributo. Polemiche a non finire e risentimenti non facilmente rientrabili. Ed ecco Pierino presentare la sua vignetta: sindaco D’Ambrosio, nelle vesti di padre Dante, intento a declamare ieratico… “ nel mezzo di cammin di nostra vita mi ritrovai per una LASELVA oscura che la diritta via era smarrita…”, e assessore alla cultura Sportelli (nei panni di Virgilio) pronto a riprenderlo con faccia di forte compatimento : “ … Mo’ a f’ u Poet’… Camin e citt !! La conosco io la via…!!”.  Un passaggio dall’intuizione al disegno che rafforza il convincimento di come una buona vignetta riesca a volte ad essere più esaustiva di un editoriale. Cosa aggiungere infatti all’immagine del D’Ambrosio evanescente e a quell’imporre commiserato, forte e fin troppo esplicito del gran ricercatore di contributi Sportelli “….La conosco io la via!!…Camin e citt!!…?”.

Quella di Pierino è attenzione critica all’attuale modo di amministrare Santeramo da parte di chi  risiede a Palazzo di Città. In quello che viene argutamente sintetizzato non v’è offesa o esagerazione ma un prevalere di graffiante sarcastica eleganza. Un’acuta testimonianza del momento che il paesello vive. Indubbio merito è l’ironizzare su fatti reali e su come sindaco, personaggi di maggioranza e opposizione si rappresentano nello svolgersi dei fatti stessi. Mai D’Ambrosio, pur capriccioso, testardo, stucchevolmente autocelebrativo e, per chi ha buona memoria, persino maleducato e bugiardo, è preso al di fuori dello specifico contesto. Per questo Pierino, pungente nella giusta misura e mai oltre i limiti dell’accettabile, ottiene successo.

Per Santeramo è l’oggi dell’inaspettato arrivo della satira politica, quella forma di attenzione critica verso il modo di amministrare le cui radici affondano profondissime nell’antica Grecia che degli eventi di stretta attualità per la “polis” ebbe ad occuparsi con poeti e filosofi, fortemente  influenzando l’opinione pubblica. Celebri e documentate le scomposte e spesso violente reazioni dei potenti messi alla berlina. Con D’Ambrosio e quanti presi di mira non si corrono questi rischi. Infastiditi certamente, si vorrebbe una loro sospettata reazione non andar oltre il comprensibile istintivo desiderio di oscurare.
Argine troppo debole perché Pierino soccomba. E infatti accade che da un Pierino per soli amici si è oggi ad una pagina per tutti ( “Estsatira”).

Con le ben conosciute bizzarrie di tanto nostro primo cittadino, il futuro di Pierino è in sicura cassaforte.

Accattivante e duratura sarà la satira dell’anonimo nostro intrattenitore se saprà sempre mantenersi vicina alla definizione che di essa, pur in ben più alta circostanza nazionale, ebbe a dare la Suprema Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi: “manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che si addossa il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene”.

D’Ambrosio e quanti presi di mira avranno sufficiente intelligenza politica a capire e, di conseguenza, a comportarsi? Tutta storia da raccontare.

Al nostro acuto, colto, beffardo e inatteso Pierino vignettista, non resta che augurare lunga vita!

Con puntate, è auspicabile, anche e ben oltre  l’orticello di casa nostra.

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