QUALE MONDO, DOMANI? – 4 ^ PARTE –

Solidarietà deve essere il perno della ripartenza. Diversamente, saranno tutti espedienti di false riprese. Domani quinta e ultima parte.

Sulla base di questa riflessione, non vi sono cose nuove da inventare quando si sarà usciti da questa gravissima emergenza, speriamo il più rapidamente possibile. Tutto quello che si dovrà fare, c’era già prima. La differenza è che, ora, bisogna invertire il comportamento dell’uomo che deve prendere atto, una volta per tutte, della sua fragilità che non guarda in faccia a nessuno. Solidarietà deve essere il perno della ripartenza. Diversamente, saranno tutti espedienti di false riprese. Solidarietà come bastone di appoggio sicuro del nuovo cammino dell’umanità. Nessuno dovrà sentirsi più forte o più importante dell’altro. All’umanità non servono più armi, anzi non sono mai servite. All’umanità servono strumenti di vita, di tutela dell’ambiente, di cultura e ricerca, di sana competizione in tutti i campi come se si vivesse in una Olimpiadi permanente. All’umanità occorrono rapporti di amicizia e di collaborazione. All’umanità necessitano investimenti di crescita e di sviluppo, di pace e di mutuo soccorso. All’umanità servono Governi capaci, intendendo per tali governi composti da persone e non da personaggi, governi fecondi di competenze accertate e non di rappresentanti di correnti o di protezioni politiche, ovviamente governi di uomini e donne oneste sul serio e non di affaristi. Questo identikit di governo è stato sempre modello elettorale di tutti ma, nei fatti, promessa di marinaio ignorata il giorno dopo le elezioni. Non si spiegano diversamente i contrasti e i bracci di ferro che ogni volta anticipano copiosamente l’ufficialità della composizione governativa. In Italia è così. Immagino che, per l’essenza embrionale della politica, sia lo stesso negli altri Paesi. Ma l’umanità da chi deve essere “governata”? Non più dalle super potenze. Troppi danni hanno arrecato. Le loro leggi hanno messo l’anello al naso dell’umanità.

Se davvero si vuole fare tesoro dell’insegnamento di questa situazione, è maturo il tempo di affidare le sorti dell’umanità ad un solo organismo che potrebbe definirsi “Comitato dei Saggi”, assorbente di tutti gli altri comitati, per consigliare al bene sommo e unico il cammino degli uomini di tutta la faccia delle terra, per dare direttive di massima, orientare, suggerire, proporre, mediare, fermo restando l’autonomia di autogoverno di ogni singolo Stato. L’Europa, per quanto ci riguarda più da vicino, non serve a nulla. Ha dimostrato anche in questa circostanza di essere un carrozzone, manipolata a proprio piacimento da nazioni forti che fanno il bello e cattivo tempo anche in casi di emergenza acuta. L’Europa va smantellata. Costerà caro, ma è inevitabile. Bisognerà partire daccapo ma alternative non ce ne sono se davvero bisogna lasciare qualcosa di buono alle future generazioni. Non servono più a nulla alleanze e contro alleanze, pattuite solo in difesa e tutela di una parte del mondo e in contrapposizione tra loro. Non più paesi di padroni e paesi di schiavi. Il mondo gira per tutti ed è di tutti. Un faro che lo illumini, non può che fargli bene. Come il sole. Una utopia? Forse. Anzi, sì. Ma, se si aprissero gli occhi e ci si spogliasse da tutti i nazionalismi, da tutte le fazioni e le divisioni, da tutto l’egoismo imperante; se ci convincessimo della necessità che tutti siamo sulla stessa barca, che tutti gli uomini devono vivere per se stessi ma anche per preparare il terreno fertile del domani, iniziando da oggi, la carica e l’utilità della vita che va investita per alte e nobili finalità.

 

 

 

 

 

 

 

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