PIAZZA GARIBALDI DOPO PIAZZA SAN PIETRO

C’è chi la conta cruda e chi la canta cotta. C’è chi, invece, la canta e basta, a prescindere.

 

Deve ancora nascere quel commerciante che disprezza la mercanzia che vende. Anche se fosse la peggiore, dirà sempre, anche sotto giuramento, che è la migliore. Così è per Piazza Garibaldi dopo l’ultimazione degli acciabattati lavori di rigenerazione urbana. Per l’amministrazione comunale è il top: Piazza Garibaldi è solo seconda a Piazza San Pietro. Tra i cittadini, invece, c’è chi la conta cruda e chi la canta cotta. C’è chi la canta e basta, a prescindere, perché ideologicamente costretto a portare la protesi dei paraocchi, come i cavalli. Se, invece, si vuole serenamente discutere, non si può non obiettare che:

  1. Prima c’era una piazza, ora c’è uno slargo; nu lariune come direbbero i nostri geniali costruttori che di arte se ne intendevano pur non essendo laureati;
  2. L’unica vera piazza che si può chiamare tale, è ora Piazza Chiancone che, ancorché rigenerata, non è stata stravolta, rifiuti a parte; il confronto tra le due piazze, è fin troppo evidente;
  3. Le basole utilizzate danno l’idea di un grande rattoppo. Si passa dalle chianghe originali dinanzi al Palazzo Marchesale alle chiangarelle della parte opposta. Anche il colore della basole non è uniforme come quelle di Piazza Chiancone.
  4. Vista dal lato sud, è molto evidente l’accentuata pendenza della parte opposta che si collega a Via Francesco Netti. “Io speriamo che me la cavo” quando arriveranno le cosiddette bombe d’acqua. Speriamo mai, ovviamente.
  5. La piazza sopraelevata di una volta, ancora visibile con la bordatura del marciapiede, è stata soffocata. E’ come se le chianghe circostanti le avessero messe le “mani al collo”.
  6. Speriamo che non risultino insufficienti le fessure delle griglie per la raccolta delle acque piovane. Più di griglie, sarebbe opportuno parlare di piccoli barbecues a carbonella utilizzati per soddisfare le golosità casalinghe.
  7. Si dovrà fare molta attenzione nel camminare sul lato opposto al Palazzo Marchesale. Ad un certo punto, senza accorgersi, si passa dalla spianata della piazza a dover camminare su un marciapiede, realizzato per accentuare la pendenza ai fini del più facile deflusso delle acque piovane.

Altre osservazioni pur importanti sulla qualità dei lavori eseguiti, per ora le risparmiamo. Per evitare il tira e molla tra quel commerciante che vende per oro il ferro arrugginito e chi filo sintetico per seta, si tagli la testa al toro. Si chieda il sopralluogo della Sovrintendenza alle Belle Arti per conoscere il suo autorevole parere e per tranquillizzare tutti che i lavori eseguiti in Piazza Garibaldi sono conformi a quelli originariamente progettati.

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One comment

  1. Le molte osservazioni del nostro concittadino Franco Porfido, possono essere condivise. Una cosa certa è il senso di grandezza della piazza. Altra cosa da sottolineare è che al posto di recuperare le vecchie chianche si poteva’mettere la stessa pavimentazione che si sta’ utilizzando per il corso, l’ effetto sarebbe stato molto più impattante. Ma purtroppo questa smania di salvare le basole a tutti i costi porta a questo risultato. È come se a casa propria si toglie un pavimento e sotto se ne trova uno vecchio , cosa fareste ? Solo perché è antico lo terreste ?

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