PALAZZO DI SANTO COPERTO DALLE BARRIERE

Sia restituita ai santermani e ai forestieri la bellezza di questo monumento anche perché possa essere fotografato come “mamma lo ha fatto”.

Cenni storici sul Palazzo Di Santo

“Fu l’Architetto Cristoforo Pinto a firmare il progetto del Palazzo che porta da sempre il nome del suo proprietario Di Santo. Raffaele, il suo nome di battesimo. Il compianto Avv. Vito Tangorra, storico per eccellenza della nostra Città, ci ha raccontato di un occasionale incontro che ebbe con Raffaele Di Santo. Così scrive:

“Quest’uomo schivo, viveva da solo nel suo grande palazzo. Lo definivano un uomo difficilmente avvicinabile, collegato col mondo a mezzo delle decine di radio installate (non vi erano allora le radio portatili a transistor). Fui fortunato perché gli chiesi subito conto del suo palazzo, e così egli si aprì. Ricordò i viaggi artistici compiuti nelle più importanti città europee, mi raccontò dei suoi successi come suonatore di oboe (aveva fatto parte dell’orchestra del S. Carlo), mi disse che viaggiando gli venne l’idea per la sua casa. Rientrato a Santeramo si mise a progettare il palazzo, lo curò in tutti i particolari, lo seguì continuamente durante la realizzazione ad opera del maestro costruttore Felice Scattaglia. Aveva disegnato le nove Muse (che sovrastano il palazzo) ma non volle guastare le linee verticali e così le ridusse a sei. Furono realizzate in pozzolana”.

L’inaugurazione avvenne nell’’estate del 1888 con la partecipazione del Sindaco dell’epoca Luigi Netti, fratello di Francesco. In un attestato di gratitudine, Raffaele Di Santo definì il maestro Scattaglia “insigne artista e scultore”. Molti operai che lavorano la pietra del suntuoso prospetto, erano di Noci”.

Solitamente siamo propensi a pensare che le barriere architettoniche interessano soltanto le persone, soprattutto disabili. E così è. Ma, volendo allargare la veduta di questo sacrosanto diritto che è sinonimo di civiltà e di rispetto, possiamo affermare che anche i monumenti hanno il loro diritto ad essere rispettati.

E’ il caso dello stupendo Palazzo Di Santo dove è ubicata la Banca di Credito Cooperativo. Ebbene, il bellissimo prospetto è parzialmente oscurato da barriere: vi sono due alberi che vanno rimossi perché non ci azzeccano proprio a niente in quel contesto; vi è da mesi un cartellone con alcune magnifiche foto d’epoca che hanno immortalato i lavori di posizionamento delle basole in Via Roma insieme a foto recenti sugli stessi lavori; sul lato destro, la bacheca per i necrologi e in basso a sinistra, la bacheca del Comune. Un po’ troppo per dare vero valore a questa meravigliosa opera d’arte. Costa molto rimuovere queste barriere affinché sia restituita ai santermani e ai forestieri la bellezza di questo monumento anche perché possa essere fotografato come “mamma lo ha fatto”?

Infine, quello slargo che mette in comunione Piazza Garibaldi e Via Tirolo, a chi è ufficialmente intitolato? A Giovani Falcone, Eroe della Legalità, oppure a Orlando Leone, già presidente della Cassa Rurale ed Artigiana, oggi Banca di Credito Cooperativo?

Che si sciolga il dubbio e che si apponga la relativa tabella stradale!

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