NATUZZI, USB: BASTA MISTIFICAZIONI E FALSITA’

Riceviamo e pubblichiamo.

Da più parti viene messo in risalto che alla Natuzzi si riducono gli esuberi. Vero, ma c’è poco di cui rallegrarsi, visto che dallo status di esubero si passa a quello di disoccupato. Infatti, da un’analisi ragionata degli atti si evince che il 2 luglio 2013, la Natuzzi Spa aveva 1726 esuberi, a fronte di un organico complessivo in Italia di 2.860 dipendenti. Attualmente tale organico si è ridotto a 1.888, con un eccedenza di personale di 788 unità, gestita facendo ricorso al Contratto di Solidarietà. Pertanto, l’industria santermana il 2 luglio 2013 aveva lavoro per 1.134 dipendenti (2.860-1726), mentre a gennaio 2017 per 1.100 (1.888-788). Appare allora evidente che i volumi produttivi si sono ridotti e, come accennato sopra, molti di quelli che già erano esuberi, ossia potenziali disoccupati, ora sono effettivamente disoccupati.

A proposito di Contratto di Solidarietà, proprio le modalità con cui è stato applicato quest’ultimo ammortizzatore sociale meritano qualche considerazione. Il 3 marzo 2015, azienda, CGIL-CISL-UIL di categoria e Istituzioni, pur avendo la possibilità di richiedere il CdS per l’intera forza lavoro, concordano che invece debba coinvolgere solo i circa ¾ delle maestranze, mentre i restanti vengono trasferiti virtualmente presso lo stabilimento di Ginosa, non realmente in quanto il sito è chiuso, e collocati in Cassa Integrazione Straordinaria per cessazione attività, uno strumento a salvaguardia dei redditi che, salvo rare eccezioni, si trasforma in licenziamento collettivo, cosa puntualmente avvenuta il 16 ottobre 2016.

Sennonché, azienda, CGIL-CISL-UIL e Istituzioni, dopo aver sottoscritto accordi che hanno di fatto condotto al licenziamento collettivo e mai hanno voluto prendere in considerazione la possibilità di estendere la Solidarietà, in modo da evitare il drammatico epilogo, adesso sembrano stracciarsi le vesti per evitare che gli ex dipendenti Natuzzi non rimangano disoccupati. Tuttavia, la soluzione che hanno individuato per garantire una continuità lavorativa ai malcapitati dimostra come non è l’interesse dei lavoratori che essi perseguono. Infatti, l’Accordo del 15 novembre 2016 dispone che i licenziati siano riassunti presso una New Co. costituita dalla Natuzzi. Non serve essere dei grandi esperti per capire che successivamente la New Co. potrà accedere ai 101 milioni di euro stanziati per chi assume in un territorio in crisi, qual è quello delle Murge. A fronte di questo, i lavoratori per meritare l’assunzione non a parità retributiva ma con un salario d’ingresso, devono anche rinunciare ad ogni contenzioso legale aperto con Natuzzi Spa.

L’USB questa politica visibilmente filoaziendale e vessatoria nei confronti dei lavoratori non l’accetterà mai e la contrasterà con ogni mezzo lecito disponibile.

Non è con le furberie atte a speculare denaro pubblico o riducendo i salari che si crea lavoro, ma investendo in un’economia sana, di qualità e valorizzante le professionalità locali.

Le Istituzioni ritirino le firme dagli sciagurati accordi stipulati e si confrontino con i rappresentanti dei lavoratori, che non sono assolutamente CGIL-CISL-UIL, considerato che l’ultimo accordo sottoscritto con Natuzzi, quello del 15/11, è stato rigettato da più dell’85% degli interessati.

Coordinamento USB-LP Natuzzi Spa

 

 

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