Fuori dal bipolarismo c’è il peggio della politica, anche a Santeramo.
Michela Nocco, insieme a Vincenzo Casone, è la bella e solare novità di questa campagna elettorale a Santeramo. E’ la candidata sindaca del centro destra così come Vincenzo Casone è del centro sinistra. Ribadisco – da persona che ogni giorno si gode la sua libertà di scrivere nella verità e obbedendo soltanto alla sua coscienza che rispetta umanamente tutti – che la politica non è un sentimento ma qualcosa in più e che le persone impegnate si misurano esclusivamente per le cose che fanno o che non fanno. Il resto è come pettinare le bambole. Per il nostro bene, tutto ciò che gravita fuori dal centro destra e dal centro sinistra ci danneggia. Nei Paesi più evoluti, non c’è nulla di estraneo ai due blocchi. Fuori c’è il peggio. Sono coloro che non hanno potuto “fare l’uovo” e cercano l’avventura con animo pieno di rancore. In Italia, nel 2018, il M5S fece il pieno di voti per essersi presentato contro i due blocchi e che mai si sarebbe alleato con altre forze politiche. E’ successo, invece, che prima ha governato con la destra, poi con la sinistra e, tuttora, con destra e sinistra.
Stesso ragionamento vale per le amministrative santermane. Fuori dal centro destra e dal centro sinistra di Santeramo, c’è il peggio della politica, anche nel M5S, per la riconversione di uomini e donne che prima sono stati candidati in altre liste e, non avendo potuto “fare l’uovo”, si sono intrufolati dappertutto. Affermare queste verità, non dà licenza a nessuno di “scommentare”. Se vi sono amici lettori che non la pensano in questa maniera, hanno piena facoltà di manifestarla diversamente, però di non limitarsi a dire “no” oppure “si” per sentimentalismo. Va fatto uno sforzo per parlare di politica evitando giudizi sbrigativi e superficiali e, soprattutto, di presentare con dignità e rispetto il loro pensiero alternativo. Se non usa questo metodo di civiltà culturale, si è grandiosamente piccoli e ingiustificatamente prevenuti.
Per nostra fortuna, Michela Nocco non appartiene al peggio. E’ politicamente una grande donna. Di lei va apprezzata la coerenza politica che è segno di affidabilità e di garanzia per Santeramo. Nelle elezioni amministrative del 26 novembre 1998 fu candidata nella lista di Forza Italia, dove la troviamo anche in questa campagna elettorale, senza mai aver cambiato bandiera. Risultò la prima eletta con 701 preferenze e la prima di tutti i 251 candidati alla carica di consigliere comunale allora in competizione. Nel triennio dell’Amministrazione Comunale del sindaco Michele Digregorio, Michela ricoprì la carica di Presidente del Consiglio Comunale di Santeramo, assolvendo al suo incarico istituzionale con diligenza e profitto. E’ figlia di Peppino, già sindaco di Santeramo e Senatore della Repubblica Italiana. Di suo padre, mi piace ricordare due grandi cose. La prima: aver acquistato il Palazzo Marchesale che da allora è diventato fiore all’occhiello della nostra città, per un importo di un miliardo e 340 milioni di lire (delibera consiliare n. 187 del 21 settembre 1987) rispetto a un miliardo e 550 milioni di lire autorizzato in precedenza dal Consiglio Comunale. La seconda: aver portato a Santeramo, quando era Senatore, qualcosa come dieci milioni di euro per la circonvallazione la cui realizzazione fu impedita da scellerate iniziate di inqualificabili ambientalisti che si dannarono l’anima per il taglio di quattro o cinque querce che, fra l’altro, sarebbero state ripiantumate. Quindi, Michela è maestra di coerenza, ha dalla sua una storia politica familiare importante da poter raccontare con orgoglio, come Vincenzo Casone per suo padre. Michela è una candidata sindaca da votare per la sua storia politica personale per la quale si trova ad essere a capo della coalizione di centro destra. Se non sarà eletta al primo turno, la ritroveremo al ballottaggio che spero sia proprio con Vincenzo Casone. Sarà un confronto bello, una sfida avvincente tra due candidati che hanno avuto i loro genitori sindaci di Santeramo, entrambi di nome Giuseppe, ambedue qualificati dirigenti della Democrazia Cristiana i quali, pur avendo avuto nel loro cammino divergenze di vedute politiche, mai hanno provare a cambiare casacca. Già solo per questo, sono stati due Grandi I loro figli non sono da meno.
Leggo finalmente un commento serio che parla di politica, ovviamente da due angolazioni diverse, ma serio. Affermare che “fuori dal centro destra e dal centro sinistra” c’è il peggio che non deve essere motivo di stracciarsi le vesti E’ una lampante constatazione che anche a livello santermano vi sono personaggi che vagano da una parte all’altra perché non sono mai riusciti a “fare l’uovo”. Anche nel M5S ve ne sono. Alla tua candidata sindaca le ho solo ricordato che non ha rispettato la legge 241 (brutta cosa per un pubblico amministratore non rispettare le leggi), mi ha preso pubblicamente in giro sui contenitori stradali e che, linee programmatiche alla mano, ha realizzato. Quella di Lillo è stata condannata anche da un esponente, allora consigliere comunale, che ora è un grande dirigente di Azione. E si potrebbe continuare per tanto. Se vuoi, dopo le elezioni, se né può parlare in lungo e in largo, altezza e profondità. Però, permettimi, di dirti che è una gran bella cosa scrivere in chiaro. Gli anonimi hanno sempre qualcosa di cui vergognarsi e nascondere.
A me sembra di leggere solo valutazioni “senza coerenza” in stile Soloiev: propaganda elettorale a favore di un solo candidato, invettive contro gli avversari che sono “dannosi” e “sconvenienti”, tranne uno che viene fintamente lodato ma è criticato tra le righe.
Nel sommario dell’articolo leggiamo:
“Fuori dal bipolarismo c’è il peggio della politica, anche a Santeramo”.
Vediamo se corrisponde al vero.
Analizziamo la situazione di Santeramo.
Abbiamo il polo di centro-sinistra che si presenta sdoppiato.
Abbiamo il polo di centro-destra che si presenta senza un pezzo.
Abbiamo il terzo polo, l’unico con una connotazione ben definita e certa: un solo partito, il M5S, supportato da una sola lista civica.
Nei paesi con più di 15.000 abitanti la legge elettorale assegna al candidato vincitore il 60% dei seggi da ripartire tra le liste che lo hanno appoggiato.
Ora, secondo il giornalista di santeramo.it, in caso di vittoria, qual’è il polo che garantisce sulla carta maggiore stabilità?
Rispondo io: è quello del M5S con la lista civica a supporto. Idee chiare senza affollamento.
Questo polo ha evidentemente un progetto di continuità amministrativa con almeno il merito di aver risanato il bilancio.
Gli altri due poli si sono presentati già spaccati in partenza.
Ciò che è rimasto, prima si è coalizzato intorno a un nome e, solo dopo, ha pensato al programma.
Un programma evidentemente costruito frettolosamente in poco tempo.
Le “folte” coalizioni sono costituite da più partiti, movimenti e liste varie.
Nell’immediato raccolgono voti (quelli dei parenti e degli amici dei singoli aspiranti consiglieri), ma se vincono dopo saltano perché sono portatrici di troppe anime diverse.
Presentarsi in questo modo, per me, significa dimostrare di essere furbi ma deboli sul piano dei contenuti.
Alla prova dei fatti, questa amministrazione ha portato a termine la legislatura.
Le amministrazioni che l’hanno preceduta sono tutte cadute prima del termine.
In particolare, l’ultima amministrazione di centrodestra, quella a guida Lillo, è iniziata nel 2007 ed è terminata il 7 aprile 2011 a seguito delle dimissioni rassegnate dalla maggioranza dei consiglieri.
Questi sono i fatti.
Buona riflessione a tutti