“….. a proposito della protesta dei lavoratori della mensa scolastica”, Da Michele Digregorio riceviamo e pubblichiamo.
I lavoratori della Cooperativa che gestiva da oltre 25 anni la mensa scolastica, oggi protestano, per rivendicare il giusto diritto al lavoro, contro il Sindaco e la sua maggioranza perché non hanno saputo (o voluto) difendere i diritti di questi lavoratori.
Innanzitutto mi chiedo come è mai possibile che un Sindaco non si occupi in modo appropriato degli interessi della propria comunità e del bene comune dei cittadini, visto che ha fatto poco o nulla per salvaguardare i diritti al lavoro di questi nostri concittadini?
Non difendendo i diritti di questi lavoratori, non si rischia di impoverire ancora di più la nostra comunità?
E’ certamente vero che il Bando di gara prevedeva la cosiddetta clausola sociale di salvaguardia, e cioè <<l’impegno della Ditta aggiudicataria dell’appalto ad assumere tutto il personale in servizio al 31/5/2013 alle dipendenze della ditta che cessa la gestione>>, ma è altrettanto evidente che nelle more di questa bruttissima pagina della gestione amministrativa del Sindaco D’Ambrosio, è intervenuta una modifica all’art. 29 del D.Lgs. 10/09/2003 n. 276, in forza dell’art. 30 delle Legge 7 luglio 2016 n. 122.
Innanzitutto è bene ricordare che il Consiglio comunale aveva votato l’indirizzo di revoca della gara di appalto e, quindi, non si comprende perché mai il Dirigente non l’abbia attuato, così come è veramente strano che il Presidente del Consiglio comunale, il Sindaco, l’Assessore al ramo e l’intera Giunta comunale non si siano mai preoccupati di controllare che quando deliberato dal Consiglio comunale venisse posto in essere con atti concreti di gestione da parte del Dirigente del settore.
Un Amministratore attento che veramente vuole occuparsi del bene della propria comunità e degli interessi e diritti dei propri cittadini, nel momento in cui si procedete alla stipula del contratto con la nuova Ditta per la gestione del servizio, doveva vigilare (attraverso un preciso indirizzo al Dirigente responsabile) perché venissero salvaguardati il diritto al lavoro di ben 18 famiglie. Diritto al lavoro che non può sostanziarsi in una prestazione retributiva di 2 ore al giorno, ma nella continuità del livello occupazionale e retributivo maturato verso la Ditta che cessa la gestione così come previsto dall’art. 29, terzo comma, del D.Lgs. n. 276/2003 vigente fino al 22 luglio 2016.
Un Sindaco attento, che veramente voleva salvaguardare il diritto al lavoro di quelle 18 famiglie di cittadini santermani che oggi risulta fortemente compromesso, aveva il DOVERE di far accettare alla nuova Ditta aggiudicataria del servizio l’impegno alla continuità del rapporto di lavoro nei termini vigenti al momento della gara (ivi compreso di quando disposto dall’art. 2112 del codice civile) di appalto e NON secondo le nuove disposizioni dell’art. 29, terzo comma, del D.Lgs. n. 276/2003.
La domanda è: questo Sindaco e la sua Giunta saranno capaci di difendere il diritto al lavoro di queste 18 famiglie?
Pur non essendo un esperto di diritto, ritengo che questi lavoratori hanno il diritto alla continuità nel rapporto di lavoro e retributivo così come maturato durante la vigenza del precedente contratto di lavoro individuale con la vecchia Ditta di gestione del servizio, e nel rispetto del CCNL, perché nel caso specifico deve ritenersi applicabile l’art. 29, terzo comma, del D.Lgs. 10 settembre 2003 n. 276 vigente al momento della gara di Appalto.
Anche in questa occasione, noi dei Conservatori e Riformisti, Innoviamo, Nuovo Centro Destra, Santeramo prima di Tutto, siamo al fianco di queste famiglie per difendere il loro diritto al lavoro, sopratutto in questo momento di grave crisi economica ed occupazionale dove altre famiglie di lavoratori delle Industrie Natuzzi stanno lottando per non essere definitivamente licenziati.
Santeramo, 10 ottobre 2016
Michele Di Gregorio
già Sindaco di Santeramo
Questo testo per il sindaco D’Ambrosio è scritto in una lingua diversa dalla sua. Non lo capirà MAI !!!