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MASCHERINE A BUSTA

Forse un po’ di carta potrebbe isolarci meglio dal temibilissimo virus in attesa di tempi migliori.

Con immenso piacere plaudo alla solidale e commovente iniziativa della cara amica Rosa Giampetruzzi che sta realizzando, con il concorso gratuito della Natuzzi Salotti, duemila mascherine da mettere a disposizione della collettività con altrettanta generosità.

Quando la “casa brucia”, tutti devono fare qualcosa per domare le fiamme, anche con il solo “bicchiere”.

E tutti devono essere ossequiosi alle regole imposte, come chierichetti con le mani giunte, la prima delle quali è rimanere a casa, semmai a riscoprire la fede nel Crocifisso e ad esso arrampicarsi con animo sincero, battendosi il petto per la vita trascorsa e svalorizzando gli estratti bancari e interessi economici vari.

Ad onor del vero, l’idea di realizzare per uso familiare le mascherine che la potente Europa non riesce nemmeno a darci (figurarsi il resto!!!), è stata già realizzata in casa mia già da alcuni giorni. Funziona, almeno così speriamo in attesa di tempi migliori.

Però, a differenza della geniale Rosa, la nostra mascherina è a “busta”. Mi spiego. All’interno di essa, come si faceva una volta quando si doveva spedire una lettera, inseriamo un foglio di carta, piegato a quattro. Soffiandoci sopra, abbiamo verificato che l’aria che espiriamo non passa. La carta fa da isolamento. L’idea è venuta pensando ai ciclisti i quali, dopo aver scollinato, si mettono un foglio di carta sul petto sudato per fare la discesa. Immaginiamo, e vogliamo tanto auspicarlo a tutti (non essendo un presidio sanitario collaudato) che l’aria che inspiriamo non passi. Al ritorno a casa, dopo ogni fugace uscita, si procede a lavarla.

Al posto della carta, ad esempio, si potrebbe inserire carta da forno oppure carta comune avvolta in pellicola che usiamo in casa per avvolgere solitamente alimenti da mettere in frigo.

Chi ha qualche altra idea migliorativa, la condividesse perché da questa storia, convinciamoci, si esce tutti insieme. La cospicuità del conto bancario, in questa situazione, non vale a nulla.

 

 

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