Nota Stampa Federazione Regionale Coldiretti Puglia
Occorre salvare le migliaia di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e agnelli uccisi in Puglia, dove la presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti sulla Murgia barese e tarantina e in provincia di Foggia. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, a seguito della recrudescenza del fenomeno degli attacchi dei lupi che nelle ultime settimane ha mietuto numerose vittime nelle stalle. La conta degli animali feriti e morti è allarmante, denuncia Coldiretti Puglia, una mattanza in provincia di Bari con 3 pecore morte a Conversano, 2 pecore morte e 3 ferite a Gioia del Colle, 2 mucche e 5 pecore morte e altre 2 pecore ferite a Noci, 4 pecore 5 agnelli a Turi, 2 pecore ferite, 2 morte e 2 pecore disperse a Santeramo, secondo le denunce presentate dagli allevatori.
“Nel giro di dieci anni i lupi sono raddoppiati – afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori, allevatori e automobilisti. In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 11 milioni di euro. Facciamo appello al vicepremier Matteo Salvini e al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che hanno ribadito la necessità di misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane”.
Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – conclude la Coldiretti – le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città.
I lupi vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette e in zone boschive – aggiunge Coldiretti Puglia – ma inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati.
“L’ok definitivo alla legge regionale contro i danni da fauna selvatica – spiega Muraglia – ha colmato un vuoto normativo durato decenni e cambiato l’approccio all’indennizzo dei danni che saranno calcolati sulla scorta dei mercuriali delle Camere di Commercio relativi al valore effettivo delle produzioni agricole, zootecniche e dell’acquacoltura perse. Abbiamo fatto pressing affinché si passasse dalle parole ai fatti sul delicato tema della fauna selvatica che mette a repentaglio l’incolumità pubblica e arreca danni al settore agricolo e le nostre istanze sono state accolte e fatte proprie dal Presidente della IV^ Commissione consiliare, il consigliere Pentassuglia che ha portato in Consiglio la legge per l’approvazione definitiva, dopo le modifiche apportate a seguito delle osservazioni del Ministero. Ma ora serve passare ai fatti per non disperdere un patrimonio zootecnico importante, lasciato in balia dei lupi”, conclude il presidente Muraglia.
Qualora le misure di prevenzione si rilevino inefficaci è previsto un efficace controllo faunistico, tramite le attività di contenimento numerico, allontanamento e controllo della fauna selvatica che si rendono necessarie perché gli imprenditori agricoli vivono uno stato di malessere che cresce in misura esponenziale e la preoccupazione aumenta – denuncia Coldiretti Puglia – se si considera la capacità di adattamento di cinghiali, lupi e storni ai cambiamenti ambientali, dato che sono comparsi anche in aeree da cui risultavano assenti da anni e stanno mettendo a rischio la stessa presenza e il lavoro degli agricoltori in molte zone della regione.
Gli allevatori, gli imprenditori agricoli, ma anche gli automobilisti, gli autotrasportatori e gli avventori occasionali, stanno segnalando con sempre maggiore frequenza – conclude Coldiretti Puglia – i danni provocati da cinghiali e lupi che vivono e si riproducono principalmente nelle aree naturali protette e in zone boschive, ma che inevitabilmente sconfinano e fanno razzia nelle aziende agricole e si riversano sulle strade limitrofe ed in prossimità dei centri abitati.
Bari, 1 luglio 2019