Il dottor Antonio Laselva, medico specializzato in Medicina Generale che da maggio è parte integrante dell’organico della continuità assistenziale di Santeramo e ha lavorato in Guardia Medica come medico reperibile, si è lasciato andare su facebook raccontando tutta la sua rabbia nel dover vivere e lavorare in un paese in cui il punto di primo intervento è chiuso di notte. La sua presa di posizione è conseguenza dell’ennesimo brutto episodio vissuto in prima persona, fortunatamente dall’epilogo felice.
“Ieri alle 00.36 un gruppo di persone disperate sono giunte al punto di primo intervento di Santeramo trovandolo chiuso. La mamma ne ha quasi sfondato la porta, mentre stringeva la figlia di 18 mesi che non dava segni di vita…poi “ovviamente” si è diretta verso la porta della guardia medica urlando e cercando di entrare violentemente presa dalla disperazione. La piccola non respirava, aveva gli occhi sbarrati ma dopo alcuni stimoli e piccolissime compressioni toraciche ha ripreso lentamente ad ammiccare e poi a tossire e quindi a respirare e poi ha pianto come ha pianto la mamma. La squadra del 118 era in sede e fortunatamente non è stato necessario rianimare la piccola, che è stata poi trasportata all’ospedale pediatrico di Bari per accertamenti.
Fortunatamente è andata bene…ma se lo scenario fosse stato diverso, ad esempio: Bimba incosciente – arresto cardiorespiratorio -accesso improprio alla guardia medica – tentativo di rianimazione senza altri mezzi che le mani – Assenza del 118 impegnato in altro intervento = decesso….?????
Non si può vivere né lavorare in queste condizioni. Non si può chiudere un punto di primo intervento la notte, con la previsione di chiuderlo per sempre da ottobre.
Non si può chiudere tutto basandosi sui numeri tralasciando la casistica degli interventi probabili e dei casi che possono sempre presentarsi in un paese di 27000 abitanti. È come se lo Stato decidesse di eliminare un ponte sul fiume perché tanto ci passa poca gente in un anno. Prima o poi, ci passerà qualcuno sapendo che il ponte c’è ma… precipiterá perché non c’è più, o precipiterá pur sapendolo che non c’è, nel tentativo disperato di attraversare a nuoto il fiume. In questo caso io intravedo gravi e fondate responsabilità di chi decide ciò!
Certe decisioni non può prenderle chi vive a Bari , con 3 Pronto soccorso pubblici ed uno privato convenzionato, con 3 ospedali, con almeno 7 emodinamiche cardiologiche, con la massima concentrazione di assistenza sanitaria.
Non si può(e nn si deve) chiudere un punto di primo intervento la notte senza avvertire adeguatamente la popolazione anche con i megafoni se necessario!!!! La gente deve sapere che in casi del genere DEVE allertare il 118 e non portare in giro sperando di trovare il medico di turno che faccia i miracoli con la sola imposizione delle mani, che tanto è un medico e quindi può tutto….ma questo avviene nei telefilm della tv di stato!
Mettete una mano sulla coscienza voi che decidete della nostra vita citando i numeri e i budget…perché prima o poi dovrete risponderne a qualcuno…“
Bravo Antonio, non c’è nulla da aggiungere ad una lettera fatta a cuore aperto come quella che ho letto. Spero che anche altri leggano questa tua pubblicazione cercando di migliorare la situazione. Sei sempre stato molto preciso e puntuale. Un ottimo professionista. Ammirevole.
io me la prendo con il direttore generale per primo mi porta lospedale dlla mirgiaa 35km di lontananza fin quando ariva una persona ariva deceduta epoi venite nella nastra citta a ciedere dei voti io vi daro calci nel sedere per quello che state facendo crazie ai nostri signori politici basta che va bene la loro tasca pero direi se capitasse ad un vostro figlio vorrei vedere come vi dovete comportare