LETTERA DEL PROCURATORE CAPO DI BARI AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

Bari, 4 maggio 2016 On.le Ministro della Giustizia Roma
Oggetto: collasso della Procura Distrettuale di Bari per carenza di personale amministrativo.

GIUSEPPE VOLPE PROCURATOREOnorevole Ministro,
la presente non per invocare incremento delle dotazioni di personale amministrativo della Procura della Repubblica di Bari, né per chiederLe di rimpinguare i cospicui vuoti in organico che connotano questo, come del resto tanti altri uffici giudiziari. Piuttosto, per documentare lo stato delle cose “ a futura memoria “ ed invitarLa a visitarci perché personalmente possa constatare in quali gravi ed
irresolubili problemi (tali almeno fino a quando la Giustizia sarà considerata la cenerentola del Paese) ci dibattiamo.
Non devo a Lei ricordare le indicazioni dell’ Ufficio statistiche del Ministero, che classificano la Procura di Bari come ufficio di dimensioni “ molto grandi “ in ragione del numero di abitanti nel territorio di competenza ( e del carico di lavoro conseguente ).
Neppure devo elencare il numero incredibilmente alto dei clan mafiosi che operano a Bari e provincia e degli omicidi consumati e tentati di mafia, irrisolti, commessi a Foggia e provincia negli ultimi decenni (circa duecentoquaranta!).
Mi è sufficiente allegare le note di alcuni dei direttori amministrativi che segnalano l’urgente necessità di nuove assegnazioni di personale per i servizi da essi diretti, stante l’ arretrato che in modo via via sempre crescente si va accumulando. E si tratta di servizi che devono essere assolti anche per le responsabilità che si connettono agli inadempimenti ed ai ritardi, per esempio nella liquidazione dei compensi o delle spese.
Gli espedienti adottati ( non altro termine pare appropriato ) per garantire un minimo di servizi, come
l’ utilizzazione di lavoratori in regime assistenziale, con contributo regionale, oppure di “ volontari “
che prestano la propria opera senza retribuzione, o ancora il ricorso al prelievo di personale dalle
sezioni di polizia giudiziaria, non consentono di raggiungere comunque quegli standard minimi di
specializzazione che solo il personale dipendente da codesto Ministero è in grado di garantire.
Non è in tal stato possibile assicurare ai cittadini il servizio che una procura dovrebbe garantire. Si
accumulano ritardi su ritardi, anche per le numerose e prolungate assenze del personale che, avanti
negli anni, accusa sovente malattie serie. Oppure beneficia di riduzioni dell’ orario di lavoro per l’
assolvimento di obblighi assistenziali nei confronti di congiunti anziani.
La necessità di operare tagli dei servizi impone a chi scrive l’ assunzione di una precisa
responsabilità, alla quale non intende sottrarsi.
Verificata l’ incidenza pressoché nulla delle riforme tendenzialmente e dichiaratamente “ deflattive “
( la improcedibilità per la particolare tenuità del fatto, così come congegnata dal legislatore, si è
tradotta in un aggravio delle incombenze; la depenalizzazione ha effetti limitatissimi sui reati del
codice penale ) e dovendosi selezionare le urgenze, certamente ogni energia dovrà essere
concentrata nelle indagini. E’ infatti imprescindibile, in terra di mafie, assicurare alla giustizia feroci e
sanguinari criminali, che vessano anche i cittadini comuni, soprattutto imprenditori, con pressanti
richieste estorsive e conseguente intimidazione della popolazione.
Del pari, imprescindibili sono le indagini in materia di reati contro la pubblica amministrazione,
segnatamente per corruzione, pur non tralasciandosi quelle per altri reati comuni. Si ritiene
inopportuna ogni selezione di priorità che si traduca, nei fatti, in accantonamento di pratiche, come
pure altre procure hanno scelto di fare.
Si deve, allora, necessariamente prendere atto che ogni servizio diverso da quelli strettamente
necessari alle indagini non potrà che subire accumulo, sempre crescente, di arretrato. Né intende chi
scrive assumersi la responsabilità di bloccare del tutto interi settori, quale per esempio quello delle
competenze in materia civile, non ritenendosi tale scelta conforme a legge.
Nel corrente anno ben dieci impiegati raggiungono l’ età di sessantacinque anni e, dunque, si
approssimano alla pensione. So bene che Lei non è in condizione di sostituirli. Con il bando sulla
mobilità ci era stata assegnata una sola unità di personale. Non è evidentemente questo il modo di
risolvere il problema, come Ella certo ben sa.
Le rinnovo pertanto l’ invito a visitarci, perché così potrà prendere contatto diretto col personale ed
ascoltarne le rimostranze, solo in parte riassunte nelle mail allegate alla presente. Vi sarà così
occasione anche di verificare l’ assurda attuale sistemazione logistica della Procura e del Tribunale
penale di Bari.
Con perfetta osservanza
Giuseppe Volpe
Procuratore

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