Nell’ultima sua uscita, D’Ambrosio, fra più d’una stantia ovvietà (“il bene comune a fondamento di ogni scelta…”; ” …solidarietà e sacrificio da non disperdere“) appare uomo sempre più solo. E sempre più agitato.
Parte di quello che scrive dovrebbe uscire dalla bocca del Pd. E così invece non avviene.
Sul desiderio a “voler continuare il lavoro con chiarezza, passione, testardaggine, entusiasmo” il partito ha ben designato e ribadito la strada: “primarie, strumento democratico e trasparente che consente a tutti di stare nel centrosinistra con la propria storia e il proprio percorso“.
Si impegni D’Ambrosio, confermatosi in questi giorni sempre più loquace cicero pro domo sua, a farci capire perchè rifugge così tanto dalle primarie.
Al Pd un appunto: possibile mai che la tanta fiducia del partito in D’Ambrosio sia arrivata al lumicino solo in fase finale di consigliatura? Quali interessi hanno tenuto in piedi una maggioranza che per l’opinione pubblica faceva acqua da tempo?
Da D’Ambrosio dobbiamo ora attenderci l’arrivo del promesso togliersi qualche sassolino dalla scarpa?