E’ un locale dove c’è di tutto e di più. Scoprite dov’è.
Cari lettori, oggi vi propongo un indovinello. Tanto per cambiare. Gli indovinelli mettono in movimento le fantasie più svariate e, talvolta, divertono pure. Non sarà comunque questo indovinello a metterci di buon umore. Dove siamo? E’ un locale dove c’è di tutto e di più. Provo a fare un elenco. Entrando in questo locale, si fa subito notare in alto a destra una finestra aperta e con il vetro rotto.
Da questa finestra, indisturbati, accedono i colombi che lasciano copiosamente visibili tracce del loro passaggio. Sotto questa finestra vi sono delle poltroncine nuove, ovviamente inzuppate di polvere.
Forse servono per far sedere i piccioni che entrano.
Più o meno al centro di questo ambiente, vi è un tavolo, forse mai usato, abbandonato a se stesso come si fa con una bottiglia che si lascia alle onde del mare. Alla sinistra, invece, altra roba. C’è un sacchetto di cemento, cianfrusaglie varie e tanto altro ancora. Nell’insieme, questa sede non ha affatto le sembianze di un ordinato ripostiglio. E’ come il bonsai di una pubblica discarica. Tutto ciò premesso, ecco proposto l’indovinello: secondo voi, cari lettori, questo locale dov’è? Mi sta venendo la tentazione di lasciarvi così, ma non lo farò. Allora, ecco alcuni piccoli suggerimenti: non è un locale periferico né, tantomeno, un deposito di qualche privato. In questo caso, sarebbero, cavoli suoi. E’ un locale illuminato. Dinanzi, una bella porta che nulla lascia presagire. Bastano questi indizi per la sua individuazione? A beneficio dei nostri amici che, forse basiti, non hanno trovato la soluzione, questo locale – tanto per dire – si trova all’interno del Palazzo Marchesale, di fronte all’ingresso della frequentata sala “Padre Nicola Giandomenico. Si, proprio là. Vi pare giusto che il patrimonio pubblico debba essere trattato in questo modo? Vi pare giusto che vi sono associazioni santermane che anelano ad avere una sede? Con questa Amministrazione, davvero, non c’è limite al peggio.
Caro Giuseppangelo,
Ma a Santeramo, E SOLO A SANTERAMO, le pecore non riflettono, fanno quello che dice il montone…
serve ….. un buon pastore, un governante/sorvegliante, che abbia cura delle cose (beni pubblici).
Dovrebbe monitorarli, capire cosa accade al loro interno, quali sono le condizioni igieniche e magari PENSARE a come poterli riportare in vita.
Saluti
chissà quanti altri immobili “beni pubblici” esistono e versano le medesime condizioni – di cui nessuno si occupa.
I tagli del Governo e il programma di spending review prevedono che gli immobili dismessi di proprietà delle amministrazioni vengono venduti per far cassa.
Questa è una follia !!!!
Ogni immobile, anche inutilizzato, è da guardare come una risorsa per lo sviluppo socioeconomico locale.
Il tempo scorre inesorabile e impietoso.
Fermiamoci un attimo
a riflettere e CAMBIAMO LE COSE
se vogliamo che ci sia ancora futuro per la nostra “città”