IN BILICO IL DIRIGENTE UFFICIO TECNICO COMUNE SANTERAMO

Il sindaco dovrà spiegare le ragioni politiche di questa decisione assumendosi le sue gravose responsabilità.

Con delibera n. 47 del 19 aprile, la giunta comunale ha adottato un atto di indirizzo per eventuale risoluzione del rapporto di lavoro con la dirigente dell’ufficio tecnico di Santeramo. La cosa non è di poco conto.

E’ la prima volta che, praticamente, viene sfiduciato un dirigente comunale che la dice lunga sulle modalità di scelte compiute in primis dal sindaco Fabrizio Baldassarre che la nominò con suo decreto il 7 gennaio 2021. Se il rapporto di lavoro sarà cessato, come presumibilmente accadrà, il sindaco deve spiegare alla cittadinanza, alle imprese edili e artigianali, agli imprenditori locali e ai disoccupati, fortemente danneggiati dalla crisi economica in atto, tutte le ragioni nella verità che lo indussero a scegliere la dirigente in bilico, lasciando in profonda crisi strutturale l’ufficio tecnico del Comune di Santeramo, ovvero il volano dell’economia cittadina.

Insieme al sindaco, tocca anche al Movimento 5 Stelle che, all’indomani della nomina di questo dirigente, esultò per la nomina con queste dichiarazioni: Il gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle con una nota precisa che in questo modo, l’ufficio potrà portare avanti “temi importanti per l’edilizia locale e per molti cittadini che attendono soluzioni; tra cui la conclusione dell’iter di approvazione del Piano Urbanistico Generale (P.U.G.) già adottato definitivamente in Consiglio Comunale; l’adozione di un regolamento per l’esecuzione degli interventi sui marciapiedi; l’implementazione di servizi digitali per l’edilizia privata, quali lo sportello unico per l’edilizia e il miglioramento delle procedure finalizzate al rilascio delle certificazioni in materia urbanistica; il disbrigo delle numerose richieste di condono edilizio presentate secondo le leggi in materia, alcune delle quali attendono da oltre vent’anni la conclusione del procedimento; infine la redazione del Piano di Eliminazione Barriere Architettoniche (P.E.B.A.) per cui il nostro Comune è risultato destinatario di un contributo regionale. Il gruppo di maggioranza si auspica che con l’arrivo della nuova Dirigente, si arrivi alla conclusione dell’iter di approvazione del PUG che sarà affrontato in Consiglio Comunale per la definitiva approvazione”.

Ma le ragioni che hanno sollecitato il Sindaco e la Giunta ad adottare questo atto, quali sono state? Nulla è inventato. Sono ben annotate nella parte narrativa della deliberazione. Leggiamole insieme.

“Dato atto che:

che, sono pervenute note a firma di professionisti presenti sul territorio di Santeramo in Colle volte ad evidenziare le gravi criticità che affliggono l’ufficio tecnico, incapace – a loro dire – di approntare risposte (ad esempio) su questioni attinenti la nuova normativa sul c.d. superbonus, su questioni riguardanti le pratiche di condono o sulle richieste di sanatoria finalizzate all’ottenimento della conformità urbanistica (cfr. nota del 25.03.2021);

che in data 31.03.2021, presso la sala consigliare del comune si è tenuto un incontro a cui hanno partecipato, tra gli altri, alcuni tecnici santermani, il Sindaco, l’Assessore ai Lavori Pubblici, l’Assessore all’Urbanistica e l’Assessore al Commercio. In occasione del detto incontro, i tecnici hanno ribadito quanto da loro affermato in occasione della precedente nota, e hanno precisato quanto segue: 1) la Dirigente continua a richiedere documentazione extra non contenuta nei modelli ministeriali CILA – SCIA, con un inutile aggravio di burocrazia; 2) rispetto al Settore Urbanistica a fronte della richiesta di informazioni circa le direttive da utilizzare, non è stato fornito dalla Dirigente alcun chiarimento in merito. Ne consegue che vi è assoluta carenza di indicazioni interpretative normative; 3) uno dei tecnici riferisce, inoltre, di aver personalmente assistito a un episodio che ha visto protagonista la Dirigente mentre interrompeva bruscamente e con veemenza un incontro al quale il medesimo professionista stava partecipando unitamente ad altri tecnici; 4) v’è carenza di interlocuzione tra i dipendenti dell’ufficio tecnico e la Dirigente a causa delle poche occasioni di confronto tra la Dirgente e i dipendenti stessi; 5) i tecnici riferiscono ancora che la Dirigente giustifica i ritardi dell’ufficio con la mancanza di personale, non curante che da poco l’ufficio è stato dotato di nuova forza lavoro; 6) i dipendenti dell’ufficio tecnico hanno lamentato che la Dirigente, spesso, entra nel merito degli aspetti endoprocedimentali pur non essendoci carenze istruttorie. Tale ingerenza viene mal vissutà dai dipendenti con conseguenti ripercussioni sulla qualità dell’ambiente lavorativo; 7) ad ulteriore conferma, i dipendenti asseriscono che la Dirigente trattiene gli atti per lungo tempo, senza giustificato motivo, e in molte occasioni li restituisce con correzioni del tutto inutili o ininfluenti”.

Per queste motivazioni l’Amministrazione Baldassarre, quindi, ha praticamente dichiarato che il dirigente in parola non ha superato la prova di poter ricoprire la responsabilità di tale ufficio, che la legge stabilisce sia verificata nei primi sei mesi dal giorno dell’assunzione. Cosa potrebbe succedere ora? Il dirigente potrebbe mettersi la coda tra le gambe e ritornare a casa come potrebbe impugnare il provvedimento. Molto più probabile la prima ipotesi. Dalla sua, nemmeno i favori della smorfia napoletana che assegna al 47 – numero della deliberazione – “il morto che parla”. Ora, ovviamente, si aprirà un’altra fase per la scelta del nuovo dirigente la cui necessità è fondamentale per il buon funzionamento dell’ufficio tecnico. Mi permetto dare due suggerimenti che, ovviamente, non saranno accolti. Il primo, più di essere un suggerimento, è un obbligo di legge o, meglio, di coscienza.

L’art. 110 del Testo Unico 267/2000, stabilisce che “Lo statuto può prevedere che la copertura dei posti di responsabili dei servizi o degli uffici, di qualifiche dirigenziali o di alta specializzazione, possa avvenire mediante contratto a tempo determinato…  I contratti di cui ai precedenti commi non possono avere durata superiore al mandato elettivo del sindaco”. Il sindaco non può vincolare la propria scelta di fiducia di un dirigente ad suo successore, assumendolo a tempo indeterminato. Lo può fare entro il limite della scadenza del suo mandato. Nella nomina di questo dirigente, ma anche di un altro, il sindaco di Santeramo non ha osservato questa buona norma né i gruppi consiliari di opposizione glielo hanno fatto notare. Un dirigente che viene scelto su base fiduciaria del sindaco, termina il proprio incarico quando il sindaco ritorna a casa. Il nuovo sindaco si sceglierà i suoi dirigenti.

Il secondo consiglio è la conseguenza naturale di questo sonoro fallimento del sindaco Baldassarre, perfettamente in scia con analoga debacle del sindaco precedente che scelse ed assunse a tempo indeterminato un altro dirigente dell’ufficio tecnico che, per fortuna di Santeramo, trovò collazione lavorativa presso altro ente. Fossi sindaco, il dirigente dell’Ufficio tecnico lo sceglierei tra i tecnici santermani ovvero un professionista che conosce vita, morte e miracoli della storia urbanistica di Santeramo. I dirigenti forestieri, prima di capirci qualcosa, devono vedere passare tanta acqua sotto i ponti. Lo nominerei su proposta di tutti i tecnici locali, che lo andrebbero a indicare attraverso lo strumento delle primarie interne alla categoria, se non concordi su un solo nominativo. L’alternativa a questi consigli è che la nostra tanto amata Santeramo è destinata a sbattere contro altre disastrose scelte politiche, quasi sempre pilotate da altri, ieri come oggi.

Ultima, piccola riflessione. Nella riunione di giunta, è stata assente la Vice Sindaca Maria Anna Labarile. Domanda: non è che nella scelta di questo dirigente c’è stato anche il suo zampino e che ora non ha digerito il provvedimento di questa eventuale risoluzione? Tutto è lecito pensare fin quando gli amministratori non impareranno a giustificare le loro assenze dalla giunta comunale.

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