IL SILENZIO DI SANTERAMO DINANZI ALLE STRAGI

Le stragi, come quella di Tunisi, non fanno più effetto. Scivolano addosso come acqua sul marmo a dimostrazione che il livello culturale di attenzione si è completamente appiattito.

 

Ieri pomeriggio, in un clima di profondo dolore, si sono svolti a Torino e a Novara i funerali di tre delle quattro vittime italiane a Tunisi per mano degli spietati terroristi dell’Isis o loro affiliati. La cronaca nazionale ha portato in tutte le case questo tragico evento come altri precedenti insieme alla fondata preoccupazione che simili attentati si potrebbero compiere in qualsiasi parte del mondo e in un qualsiasi momento con l’esortazione ad essere tutti vigili e prudenti. Nella nostra Città, non possiamo non constatare che il silenzio ha ancora una volta primeggiato. Sembra di essere in un altro paese di un altro pianeta. Amministrazione Comunale, forze politiche, Coordinamento Pace, organizzazioni sindacali e quant’altro ancora, non hanno speso una sola parola di condanna né una sola azione di sensibilizzazione. Poveri noi. In altre epoche non tanto lontane, si pensi ad esempio e alle stragi per mafia, l’Italia si scosse coinvolgendo le masse popolari e lavoratrici, le giovani generazioni, l’opinione pubblica in generale. Oggi non più. Le stragi non fanno più effetto. Scivolano addosso come acqua sul marmo a dimostrazione che il livello culturale di attenzione si è completamente appiattito. Gli ideali per la Pace si sono affievoliti proprio in una fase storia nella quale bisogna esaltarli. Se qualcuno pensa che il pericolo Isis non ci riguarda, è in tempo per ricredersi. E’ dietro l’angolo di ogni casa. C’è ancora tempo per recuperare semmai con una convocazione aperta del Consiglio Comunale per l’approvazione di un severo documento di condanna e facendo tenere al Sindaco delle Città direttamente colpite e ai famigliari delle vittime il sincero cordoglio di tutta la Città di Santeramo. Se si continua a non far nulla, per i responsabili di questa Città, l’Isis può fare ciò che vuole.

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