A margine di un comizio.
La provocazione:
“… in questa campagna elettorale c’è una cosa un po’ strana… c’è un’assenza pesante, un’assenza che ha un nome e un cognome e questo nome e cognome è PD… PD fuori da questa campagna elettorale… non abbiamo sentito interventi, comizi… per loro è difficile venire a dire come, dopo aver trascorso cinque anni fianco a fianco, si decide di fare altra cosa… capisco l’imbarazzo di un Santino Zeverino e di un Davide Bellisario… quando chi fa politica non ha il coraggio di venire in piazza a riconoscere il lavoro degli anni di chi ha amministrato, vuol dire che deve smettere di fare politica, deve avere il coraggio di confrontarsi con la cittadinanza…”. (Alessandro Labarile in comizio della triade Sinistra Italiana- Continua il Sereno -I Democratici).
La reazione.
Chiamati in causa, Davide Bellisario e Santino Zeverino, due monumenti della sinistra santermana, tornano, a distanza di anni, a calcare il proscenio politico, ospiti di Camillo Larato, candidato di centrosinistra in corsa per Palazzo di Città.
Per loro nessuna“difficoltà” a venire in pubblica piazza ad un confronto con la cittadinanza. Non “imbarazzo o disagio. In due “scafati” della loro portata non c’è ombra di “impaccio”. Disinvoltamente saranno inarrestabile e devastante fiume in piena. Rilassati e sicuri, determinati e documentati, eccoli pronti a presentare a D’Ambrosio un conto che, alla fine, più salato non avrebbe potuto essere.
Appena il tempo di rompere il ghiaccio con il conciliare la propria altezza a quella dell’asta del microfono e l’apprezzamento per la fresca bellezza delle giovani sul palco, ed è subito chiaro che non sarà serata di convenevoli, né scambio di cortesie, ma pane al pane e vino al vino.
Un sunto dell’intervento di Davide Bellisario:“…dopo tanti anni di assenza da questo palcoscenico politico, torno perché chiamato in causa… certamente ho dato fastidio a quel gruppetto di veterostalinisti che volevano imporsi senza discussione, senza valutazione, soprattutto senza votazione…come sarebbe stato possibile affrontare una competizione elettorale così importante, così difficile, con un centrodestra così agguerrito e un Movimento 5 Stelle in crescita se non allargando la coalizione?…in assemblea generale ebbi ad affermare che il comportamento del sindaco D’Ambrosio era stato oltremodo deleterio per il PD e per il centrosinistra nel suo complesso… in questi comizi si parla tanto di ascolto…noi dobbiamo ascoltare i cittadini…i cittadini vanno ascoltati…in particolare lo dice il nostro ex che afferma di porgere loro ascolto tutti i giorni…salvo che ieri li cacciava e ora dice di ascoltarli… adesso evidentemente ha bisogno lui di avere qualcosa…già promette assessorati e posti in Comune... noi i cittadini non li abbiamo ascoltati, li abbiamo invece chiamati a decidere il futuro della coalizione di centrosinistra e dell’Amministrazione del Comune di Santeramo…a qualcuno ha bruciato e brucia questo modo di agire democratico che abbiamo introdotto…abbiamo proposto le primarie e D’Ambrosio, sdegnato, è fuggito…Camillo Larato è stato scelto non nel segreto di una stanza, ma da voi cittadin…voi cittadini, noi cittadini pure massacrati pesantemente da tasse che non hanno eguali nei paesi a noi vicini…per tante ragioni D’Ambrosio non merita di essere rieletto… e non sarà eletto”.
E quindi Santino Zeverino: “Alessandro, Davide ed io siamo qui…nessun imbarazzo ad essere in questa pubblica piazza, anzi… cinque anni fa sono stato uno dei maggiori sostenitori di D’Ambrosio…ho preso un abbaglio…ho sbagliato…e chi lo conosceva?…abbiamo sbagliato…abbiamo sbagliato candidando una persona che non meritava di governare il paese…la gente oggi deve sapere che questa di D’Ambrosio è stata una pessima amministrazione…sindaco hai fatto solo danni…danno è questa piazza spogliata della sua identità e ridotta ad un’aia su cui mi viene chiesto quando sarà possibile portarci le vacche…danno è stato l’abbattimento di una pinetina all’interno della Casa di Riposo… chiesi a Gianni Sportelli cos’era questa storia di abbattimento della pineta e la risposta testuale fu “l’imi fatt la ca…te”… Michele, sempre tu a decidere da solo, mai ascoltando o rapportandoti… consiglieri e assessori hanno finito con il non avere in te una briciola di fiducia…sempre tu, unto dal Signore…sempre tu testardo e capriccioso….solo io e io… sono io il sindaco e decido e comando io… così per via Iacoviello, così per la viabilità nel paese…così per tutto…un errore, un disastro la tua presenza autoritaria a Palazzo di Città” .
Il silenzio dei tanti presenti ha favorito l’ascolto. Bellisario e Zeverino inarrestabili; l’uditorio quanto mai interessato ad apprendere per capire.
Non è stata una buona serata neppure per Alessandro Labarile. Anche per lui nessuno sconto.
Ma il vero bersaglio, per l’intera serata, non poteva che essere lui, il disarcionato che sognava, trionfante, il taglio del traguardo quinquennale e la riconferma di diritto.
“…lo andavo ripetendo… mi viene ancora da imprecare…interveniamo- dicevo- perché così non si può andare avanti…con questo personaggio il partito e il paese stanno andando a rotoli…ma zitto tu…zitto lui… zitti tutti ed ecco il risultato ora innanzi a noi. ( Zeverino).
Di D’Ambrosio i due “scafati” hanno presentato accurata, dettagliatissima e impietosa radiografia. Riassumerla ulteriormente equivarrebbe a troppo mutilarla. Di qui il consiglio, a chi non era presente, ad andare all’ascolto dell’integrale registrazione, disponibile su testate giornalistiche e pagine facebook. C’è di tutto e di più. Un “reuccio” portato allo scoperto, denudato e di gran brutto bastonato.
Davide Bellisario e Santino Zeverino sono stati le due parti ben incernierate di uno stesso schiaccianoci, nel cui mezzo è stato posto il frutto secco D’Ambrosio; frantumato e ridotto in briciole.
Per l’ex sindaco nessuna assoluzione, né offerta di corridoio di fuga; solo il suggerimento a meditare, alla luce dei comportamenti tenuti, sul non poter ancora “ragionevolmente” aspirare a raggiungere Palazzo di Città di fascia tricolore cinto. Fascia tricolore tuttora ostentata nei suoi manifesti elettorali, così più rendendosi patetico e puerile ad un tempo.
Non è mancato l’invito a Camillo Larato, se eletto sindaco, a prepararsi a vivere “giornate nere”. Un macigno di buco di bilancio richiederà sacrifici e conseguenti riduzioni di servizi e assistenza.
E’ stata di Davide Bellisario l’amara e ironica battuta : “ quanti soldi spesi per le chianche…foto sulle chianche…foto accanto alle chianche…mancano le chianche…sopra le chianche, sotto le chianche… riacquistiamo le chianche… roba da aver perso, come da detto santermano, per davvero le chianche, ovvero la testa”.
Non freccette quelle scoccate all’indirizzo dell’ex sindaco, autore oltretutto di tassazioni da capresto, ma un vero e proprio tiro incrociato. In tanti la convinzione di bersaglio centrato, abbattuto e mandato allo scarto.
Reagirà D’Ambrosio? Qualcun’altro vorrà aggiungere la sua?
Si faccia pure avanti, ma per favore, che la competizione non diventi rissa.
Da Davide e Santino una lezione di stile, preparazione e signorilità pur nella durezza della rendicondazione. Un comportamento da tener presente.
da quale pulpito viene la predica ! sante zeverino e davide bellisario che citato gianni sportelli !!! cap’d’cazz’