IL PASTROCCHIO SULLA TARI: LE TARIFFE SONO TUTTE SBAGLIATE

Michele Di Gregorio: “Per CORREGGERE TUTTE LE TARIFFE …………. NON PAGATE, e sottoscriviamo la proposta di Deliberazione ad iniziativa popolare”

Michele Di Gregorio, già Sindaco di Santeramo, nonchè noto professionista locale ha sviscerato per bene il pastrocchio sulla Tari che ha combinato il Comune e in nota scrive:

“Egr. Direttore,

Dopo la lettera aperta inviata al Sindaco, rimasta senza alcuna risposta, e la conferenza cittadina organizzata dalla coalizione LeAli per SanterAmo con i consiglieri comunali Giovanni Volpe e Paolo Silletti, apprendo da alcune notizie pubblicate dalla stampa locale che l’Amministrazione comunale di Santeramo, evidentemente consapevole dei gravi errori commessi nella determinazione delle tariffe TARI, si appresterebbe a richiedere ai cittadini delle nuove “autodichiarazioni” circa le superfici occupate sia ai fini residenziali che non residenziali.

Il Comune, nell’elaborare gli avvisi Tari, non può pretendere che ogni cittadino né tantomeno gli esercenti commerciali e/o artigianali, producano allo stesso le Autocertificazioni con le quali trasmettere i dati utili al calcolo della Tari. Infatti il Comune è già in possesso di questi dati (superficie tassabile, destinazione d’uso), in quanto ogni cittadino piuttosto che un commerciante e/o artigiano ha già comunicato per tempo questi dati mediante l’apposita dichiarazione messa a disposizione dal Comune. Infatti gli esercenti commerciali e artigianali devono produrre, in sede di presentazione di SCIA di apertura attività, la documentazione attestante l’avvenuta presentazione della denuncia di inizio attività ai fini dell’applicazione della Tari. Lo stesso dicasi per il normale cittadino, il quale all’atto della comunicazione della propria residenza deve comunicare tutti i dati relativi all’immobile a mezzo denuncia di inizio possesso. Si rammenta che già la Direttiva del Ministro  per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione del 22 dicembre 2011, “Adempimenti urgenti per l’applicazione delle nuove disposizioni in materia di certificati e dichiarazioni sostitutive” disponeva che “le amministrazioni non possono più chiedere ai cittadini certificati o informazioni già in possesso di altre pubbliche amministrazioni” nell’ottica della semplificazione e decertificazione“. Ergo, questa ulteriore nonché inutile richiesta del Comune sembra un modo per occultare ingiustificabili errori alla base dei calcoli effettuati.

Che il comune di Santeramo sia già in possesso delle superfici reali di tutti i contribuenti, è dimostrato dalle richieste di pagamento inviate nell’anno 2014 per il pagamento dell’acconto nella misura di 8/12, nonché dagli avvisi inviati in questi giorni.

Gli errori materiali, alla pari delle errate valutazioni fatte nelle determinazioni delle tariffe, sono evidenti a tutti tanto che  il gettito previsto per la parte “variabile” delle utenze “domestiche” così come precisato nella Tabella relativa al “calcolo della Tariffa Domestica Variabile” riportata nel Piano Finanziario (adottato con Delibera di C,C. n. 52 del 20 ottobre 2014), e nella stessa Delibera di C.C. n. 53 del 20 ottobre 2010 (Determinazione aliquote TARI anno 2014) comporterebbe un introito di € 2.307.318,84 in luogo di quello previsto e dichiarato per € 1.580.740,33 con maggiore entrate per € 726.578,51 e, quindi, in contrasto a quanto disposto dall’art. 1, comma 654, della Legge 27 dicembre 2013 n. 147.

Le domande che i cittadini si pongono sono:

– come è possibile che una attività di servizi fino all’anno 2013 pagava un costo di € 707,21 ed ora si chiede il pagamento di € 2.395,25?

– è normale che un  cittadino per una “pertinenza” di soli 17 Mq. debba pagare un costo TARI di € 157,39, quanto precedentemente pagava € 37,12?

Vi è di più:

– come è possibile che quattro operatori economici di Santeramo, nello specifico un albergatore, due titolari di supermercati ed un artigiano della zona PIP paghino complessivamente oltre 180.000,00 Euro pari a circa il 25% dell’intero gettito previsto per le utenze “non domestiche”?

Da questo si evince come il comune sottostimando le superfici tassabili, abbia determinato aliquote di gran lunga superiori a quelle effettive.

I cittadini si stanno organizzando spontaneamente in un comitato di protesta ed hanno redatto una “proposta di deliberazione ad iniziativa popolare ai sensi dell’art. 34 dello Statuto comunale” che presenteranno formalmente agli atti del comune, così come hanno lanciato la sottoscrizione on-line nel sito “firmiamo.it””.

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