IL BIGLIETTO DI AUGURI DI QUESTO NATALE

L’Italia, ovvero quella degli Italiani responsabili, piange questa sera oltre 70 mila morti dall’inizio della pandemia.

Fino alle ore 21:00 di questa sera, tanti sono stati affaccendati negli acquisti per i regali di Natale. La cronaca odierna ci ha raccontato degli affollamenti e delle code, come degli ultimi rilassanti aperitivi sorseggiati dinanzi ai bar. Tanti, come se nulla fosse o come se fosse un Natale simile ai precedenti, si sono “tranquillamente agitati” per prepararsi alla festa, a scegliere con cura i regali e a fare pacchetti e pacchettini che, solitamente, sono accompagnati da un bigliettino di auguri per certificare la provenienza. Sarebbe necessario e opportuno se tantissimi sfarfallati usassero per bigliettino lo specchietto riassuntivo del contagio in Italia. Alle ore 21:00 di questa sera, mentre cambia colore diventando tutta rossa e le saracinesche si abbassano, l’Italia, ovvero quella degli Italiani responsabili, piange oltre 70 mila morti dall’inizio della pandemia. Molti nelle terapie intensive, moltissimi i ricoverati.

In questa situazione, allora, quale festa di Natale si può vivere con gioia ed esultanza? Con quale spirito pensare di stare intorno ad affollate tavole imbandite nei tanti cenoni clandestini che saranno consumati in barba ai controlli che saranno tranquillamente elusi? Se durante il periodo primaverile si usavano i lastrici solari per le vietate grigliate, quanto di più si potrà fare in questo tempo al chiuso di locali e tavernette! Dinanzi a questa avidità che umana non è, non ci sarà mutazione del virus che tenga, etichettata dagli Scienziati come variante inglese o – è roba dell’ultima ora – come variante sudafricana. Né si farà memoria della gravità complessiva della situazione! Superficialmente tanti fanno affidamento sul vaccino che, simbolicamente, sarà somministrato domenica 27 dicembre a cinque persone. Certo, il vaccino. Ma per raggiungere milioni di persone, occorrono mesi nel mentre il virus continuerà il suo inesorabile cammino seminando dolore, sofferenze e morte.

A fine feste, intorno al 10 gennaio – ovviamente, speriamo di no – il contagio presenterà il conto dopo la permissiva libera uscita scelta dal Governo che, a suo piacimento anche in questo mese dicembre, ha colorato disinvoltamente l’Italia come gli è piaciuto, avendo d’occhio più il proprio tornaconto politico che la gravita effettiva della situazione. La scuola né è esempio. I trasporti pubblici, altrettanto. Presto i regali saranno arrivati a destinazione e i cenoni clandestini abbondantemente consumati, ma quel “bigliettino di auguri” continuerà inesorabilmente ad aggiornarsi. Un buon Natale, allora, si può vivere soltanto pensando che dietro ad ogni numero di quel bigliettino c’è qualcosa che Natale non è. Però gli auguri non devono mai mancare. E per farli ci sono sempre diversi modi. Ne consiglio modestamente uno. Saranno veri e sinceri auguri se ognuno di noi, ancorché con la mani occupate dalle posate o dai pacchi regalo, avrà la mente e il cuore nella sobrietà, nella cura della responsabilità personale e nel nobile ideale del rispetto fraterno.

Buon Natale!

 

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