Sulla sua pagina Facebook, D’Ambrosio ha scritto: “L’associazione DèS sta sostenendo il diritto del Diversabili di Santeramo di continuare ad avere dopo sedici anni di prezioso servizio il Centro socio-educativo. L’associazione ha fatto un comunicato pubblico argomentando i suoi passi e chiedendo un incontro con famiglie e sindaco. Il sindaco risponde “ irricevibile”. Non sopporta le critiche?… Poveretto, deve capire che il confronto fa parte dei suoi doveri! A me interessa che il Centro socio-educativo per il quale tutte le Amministrazioni si sono sempre impegnate, riapra. Forza, risolva i problemi!”.
Immediata e durissima la reazione di chi oggi è a Palazzo di Città:
“Vergognosa strumentalizzazione del sig. D’Ambrosio dei bisogni dei disabili… E’ veramente triste constatare come il sig. D’Ambrosio stia strumentalizzando una questione così delicata che richiede attenzione su più livelli (utenti diversamente abili, famiglie, lavoratrici, Comune, piano sociale di zona) e con esigenze e obiettivi assai differenziati. D’Ambrosio dopo la sberla dell’espulsione dal “suo” PD, dopo aver ripudiato Sinistra Italiana in Consiglio Comunale è alla ricerca di un suo nuovo spazio politico, di una identità perduta da tempo… ma farlo usando strumentalmente bisogni umani più sensibili mistificando la realtà del fatti è meschinità infinita.
Assenza di fondi, assenza di evidenza pubblica nell’assegnazione del servizio, assenza di agibilità della struttura, incapacità del gestore Aliante coop, non vi sembrano motivi sufficienti?… Andate a rileggere il mio post di un paio di mesi fa e capirete come stanno realmente i fatti”.
A quel post (30 agosto ’17) dal tema “Centro diurno educativo e riabilitativo ex art 60 del Regolamento Regione Puglia n. 4/2000”, sono andato e dallo stesso stralcio:
“ presso la sede dei servizi Sociali ho ricevuto una rappresentanza sia di dipendenti sia di famiglie i cui figli erano fra i 14 utenti che fino al trenta aprile scorso frequentavano con costanza ed entusiasmo il centro diurno socio-educativo e riabilitativo ubicato in via Carlo Collodi…Con sommo rammarico ho verificato dal bilancio comunale che, ad oggi, non risultano appostate somme tali da poter dar seguito alla immediata apertura del Centro, la cui chiusura si è resa necessaria ben prima del mio insediamento sia per l’impossibilità di porre in essere ulteriore proroga alla cooperativa che gestiva il Centro (la legge non lo consente) sia per mancanza di fondi.
L’Amministrazione sta cercando, nell’immediato, un’adeguata sistemazione, volgendo lo sguardo a strutture ubicate anche nelle città limitrofe. Assieme al mio staff ho avviato ricognizione onde stabilire priorità di interventi su famiglie effettivamente in stato di necessità. Ci piacerebbe -eccome!- continuare ad avere nel nostro Comune un centro socio-educativo e riabilitativo ex art.60 che dia opportunità di lavoro ai tanti operatori che con passione e dedizione hanno lavorato e svolto egregiamente il loro operato.
A noi i diritti dei lavoratori e delle famiglie di questi e di tanti altri ragazzi sta molto a cuore ma dobbiamo fare i conti con un bilancio comunale che fino al 31/12/2017 non abbiamo deciso”.
Riportato, seppure in maniera succinta, quanto intercorso fra più soggetti ( sindaco, opinione pubblica), vado ad alcune personali considerazioni:
-) “assenza di fondi, impossibilità di porre in essere ulteriore proroga che la legge non consente, dover fare i conti con un bilancio comunale che fino al 31/12/2017 non abbiamo noi deciso” sono certamente macigni ostativi alla riattivazione di un servizio tanto richiesto, ma nell’altro piatto della bilancia pesano pure dramma e sofferenze non trascurabili di famiglie ai cui figli viene a mancare quella responsabile doverosa assistenza che, nell’ampio mare dei bisogni dei diversamente abili, è solo goccia di rugiada.
Un antico detto toscano ricorda che “senza lilleri non si lallera”, ovvero che senza soldi non si fa niente di buono. E’ pur vero, ma è della politica abile e responsabile escogitare soluzioni.
-) Sono dell’avviso che meglio avrebbe fatto il nostro sindaco a maggiormente chiarire l’usato “irricevibile!”.
-) Quanto ad “assenza di agibilità della struttura”, sarebbe stato bene conoscere da quando questa è venuta a mancare. E, se da tempo mancante, come ha potuto, a tutto aprile scorso, funzionare.
Chiarezza informativa si sarebbe voluta per “ricerca, nell’immediato, di adeguata sistemazione per quei ragazzi che sentono il bisogno di frequentare con costanza quei centri, volgendo lo sguardo a strutture ubicate anche nelle città limitrofe”. L’enunciato è chiaro ma non vengono presentati i risultati raggiunti.
Concludendo:
Un pensiero al nostro insegnante di religione che, a suo tempo debitamente preso per orecchi e accompagnato alla porta di Palazzo di Città, quel “poveretto, deve capire che il confronto fa parte dei doveri di un sindaco”, visti i suoi reiterati precedenti, doveva proprio risparmiarselo, non fosse altro ad evitare di colpirsi pesantemente con autentico personale boomerang. Una penosa chicca da aggiungere al suo già ricco palmares. Capita che tremila voti raccattati in competizione elettorale (a proposito, i candidati sindaci hanno mai dichiarato quanto è costata loro in euro?) diano vertigine, smemoratezza e distorta convinzione di onnipotenza.
Ai neofiti Fabrizio Baldassarre sindaco e sua maggioranza l’augurio di un sollecito ingresso nella padronanza dei meccanismi del pubblico amministrare, a partire da sicura conduzione dei consigli comunali. E’ pur vero che “nessuno nasce imparato”, ma il tempo scorre e non ammette proroghe. Avanti perciò di buona lena. Mai trascurando impegno e umiltà.
Se mi è consentito un finale suggerimento, proporrei al sindaco di evitare, in futuro, risposte su Facebook a post polemici di D’Ambrosio poiché sarebbe incoraggiare diatribe infinite. Scelte e deliberazioni dell’Amministrazione siano la migliore risposta alle provocazioni che certamente non mancheranno.
A maggioranza e opposizione, proficuo lavoro.