… E  L’INFORMAZIONE ?

Alcuni politici la utilizzano a loro piacimento ma spesso non la gradiscono.

Molte televisioni locali, soprattutto pugliesi, rischiano di chiudere i battenti, sia per la crisi economica in cui versano le aziende che pertanto non investono più in pubblicità, sia per la nota problematica interferenziale con gli stati esteri. A dir loro, i governi della Serbia, Croazia, Macedonia, Montenegro, Kosovo, Albania lamentano interferenze ai loro segnali televisivi. Interferenze che sarebbero originate solo da alcuni dei canali delle televisioni italiane, aventi gli impianti con una conformazione radioelettrica orientata verso questi paesi. Ed è il motivo per cui alcune televisioni, o meglio alcuni canali, sono interessati dal problema e altre-i no. Non si tratta quindi di promossi e bocciati, è semplicemente un fatto tecnico, tra l’altro facilmente risolvibile senza ricorrere ad alcuno spegnimento. Ma si sa che in Italia le cose semplici, appena ci mette lo zampino la politica, diventano difficili e irrisolvibili.

Abbiamo detto che alcuni segnali arrivano in questi Stati e altri no. Ciò significa che alcune antenne trasmittenti sono orientate nella direzione degli Stati che lamentano il disturbo e altre no. I segnali radiotelevisivi vengono trasmessi per mezzo di antenne o pannelli che nella maggior parte dei casi sono direzionali, cioè interessano una sola direzione geografica con un’apertura che non supera quasi mai i 40-50 gradi. Senza doverci addentrare in tecnicismi, che difficilmente sarebbero comprensibili dai non addetti ai lavori, sembra scontato che se le televisioni accusate di disturbo orientassero  i segnali trasmessi altrove, magari in una direzione diversa da quella attuale si supererebbe il problema con estrema semplicità. L’orientamento consisterebbe nella semplice rotazione meccanica o nell’adattamento del sistema radiante, senza importanti costi per le televisioni. Ovviamente il tutto va tecnicamente coordinato dal Ministero delle Comunicazioni, che resta l’unico responsabile del pastrocchio, in modo da rendere compatibile la coesistenza del maggior numero di impianti senza che tra loro si disturbino, anche ricorrendo alla eventuale riduzione di potenza degli stessi. Troppo semplice come soluzione? Ma è proprio così.

Perché il Ministero delle Comunicazioni o lo stesso Governo non hanno seguito questa strada per la soluzione della problematica interferenziale? Perché hanno preferito imporre la chiusura a tante televisioni locali?  Beh qui il discorso si complica. La decimazione delle TV locali è iniziata molti anni orsono, sempre per volontà dei politici italiani, forse non tutti, perché le televisioni locali a differenza della RAI e delle reti nazionali, sono difficilmente controllabili e spesso rappresentano una spina nel fianco per chi è abituato a gestire tutto, anche l’informazione. Nel 1990 in Italia c’erano oltre 1500 televisioni locali, nel 2000 appena 800, oggi ne sono rimaste in vita meno di 200. Per i politici che predicano bene e razzolano male la missione di decimazione delle televisioni si sta compiendo. Eppure se li sentiamo parlare, sembrano dispiaciuti se anche una sola televisione locale smette di parlare del territorio, di un territorio che per forza di cose non potrà mai essere servito dai grandi media nazionali. Molti nostri politici fanno credere di stracciarsi le vesti e di impegnarsi per scongiurare la chiusura di queste piccole realtà ma ho motivo di credere che il loro pianto è alimentato da lacrime di coccodrillo. Tuttavia non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, sicuramente ci sono uomini onesti e politici onesti che comprendono l’importanza dell’informazione e della comunicazione, così come esistono anche coloro che remano contro chi si prodiga per informare, per far conoscere, semplicemente perché spesso la verità raccontata è scomoda.

A proposito di ciò, provate a chiedere per esempio al nostro sindaco cosa ne pensa della faccenda e se ha mosso un solo dito neanche per informarsi di cosa stia accadendo alle TV locali. A lui va bene così, a lui va bene il silenzio. La gente ignorante si gestisce meglio!

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