La sua venerazione risale al tredicesimo secolo. Da allora e sino a tempi d’oggi, salvo brevi pause, il Monte di Picciano, è meta di pellegrinaggi continui.
Domani, domenica 3 dicembre, la Madonna di Picciano ritorna a “casa”. Giunta nella serata di mercoledì 29 novembre nella Chiesa del SS. Crocifisso, la venerata Madonna del Monte Picciano, è stata “salutata” in questi giorni da una moltitudine di suoi devoti che Le hanno dimostrato, anche in questa circostanza, affetto filiale e sincera devozione. L’ultima visita della Madonna di Picciano a Santeramo risale nella primavera di 44 anni fa. In questi giorni e fino al momento della sua partenza da Santeramo, la Madonna di Picciano è accompagnata dal Padre benedettino Raimondo che sta predicando anche la novena in preparazione della solennità dell’Immacolata Concezione dell’8 dicembre prossimo.
Il programma di domani prevede:
- ore 17:00 – Processione con la statua della madonna di Picciano con inizio dalla Chiesa del SS. Crocifisso;
- ore 18:30 – recita del S. Rosario meditato;
- ore 19:00 – celebrazione della Santa messa con novena dell’Immacolata:
- ore 20:00 saluto e partenza dell’immagine della Madonna dal campetto della Chiesa del SS. Crocifisso.
Brevi cenni storici (da wikimatera.it)
Il primo documento, sottoscritto dall’abate Guglielmo del monastero Santa Maria di Picciano, che attesta la presenza di una comunità monastica in questo territorio risale al 1219. Il monastero divenne nel corso degli anni sempre più importante, fino ad essere considerato sia in una bolla di Papa Gregorio IX nel 1238 sia nel 1252, quando Papa Innocenzo IV incaricò l’arcivescovo di Trani di effettuare dei controlli nel monastero di Picciano. L’importanza dell’insediamento monastico aumentò notevolmente nel XIII secolo sotto l’influenza dei monaci benedettini, come testimoniato da documenti che attestano numerose donazioni, compravendite ed acquisizioni di diritti ed immunità. In questo periodo vi fu la costruzione dell’oratorio e del grande portale d’ingresso, sormontato da un rosone.
Dalla testimonianza del cronista materano Eustachio Verricelli, datata 1595, si capisce l’importanza che il monastero ricopriva nell’intera area. In questi anni si diffuse il tradizionale pellegrinaggio che interessava (ed interessa ancora oggi) popolo e clero, con in testa il vescovo di Matera. Secondo Verricelli il giorno 25 marzo, festa del Santuario, a Picciano si registrarono nel 1595 circa dodicimila pellegrini provenienti anche dalle regioni limitrofe. Si diffuse tra il XVII ed il XVIII secolo una leggenda secondo cui un pastore abruzzese, dopo aver ricevuto l’apparizione della Madonna, ricevette l’ordine di costruire sul colle una chiesa in onore della Vergine (successivamente costruita nel 1722). In occasione della festa si decise di organizzare una piccola fiera nei pressi del Santuario. La devozione dei fedeli verso la Madonna di Picciano divenne trasversale, interessando tutti i ceti, dal popolo ai nobili. Diverse furono le donazioni al monastero, tra cui nel 1601 quella del commendatore Gian Girolamo Carafa che donò una sacra effige a grandezza naturale, oppure i 200 ducati lasciati nel 1609 da Angelo Peres presso la cappella della Bruna al fine di realizzare una piastra d’argento con l’immagine della Madonna di Picciano.