Tra un paio di settimane ci sarà un consiglio comunale per votare la sfiducia al sindaco D’Ambrosio già sfiduciato.
Durante l’ultimo consiglio comunale il sindaco di Santeramo, in occasione dell’approvazione del PUG (Piano Urbanistico Generale), ha collezionato ben 11 voti sfavorevoli su 16. Non mi soffermerò sulle motivazioni che hanno decretato la bocciatura del PUG ad opera dei suoi stessi consiglieri di maggioranza, ma sulla gravissima situazione venutasi a creare e che a tanti cittadini sfugge.
Il fatto stesso che 11 consiglieri su 16 non abbiano condiviso i contenuti del PUG, che è uno strumento di straordinaria importanza per la crescita socio-economica e per l’espansione di un comune, significa che già in questa importante occasione il sindaco non ha goduto più della fiducia del consiglio comunale. La conseguenza più onesta da parte dello stesso sindaco sarebbe stata quella di dimettersi. La conseguenza più responsabile, invece, da parte degli 11 consiglieri che avevano votato contro l’approvazione del PUG, sarebbe stata quella di presentare le proprie dimissioni contemporaneamente provocando così la caduta contestuale del sindaco.
Questo sarebbe dovuto accadere in presenza di persone serie, responsabili e razionali.
Invece si è chiesta la convocazione di un consiglio comunale all’interno del quale votare la sfiducia al sindaco. Qualcuno ha detto: meglio di niente!
Statisticamente il ricorso a quest’ultima soluzione in pochissimi casi ha prodotto la caduta del sindaco a seguito del voto di sfiducia palese della metà più uno dei consiglieri comunali.
Votare la sfiducia al sindaco tra 20 – 25 giorni significa mettere in moto una serie di trattative, di inciuci e pastrocchi per cercare di accaparrarsi la fiducia di quei consiglieri dissidenti. Addirittura per cercare di assicurarsi la maggioranza dei voti a favore, spesso vengono coinvolti anche i consiglieri comunali di minoranza. Insomma a farla breve la votazione della sfiducia al sindaco è il peggior momento politico di un’amministrazione, i giorni che precedono tale votazione sono caratterizzati da accordi sottobanco e promesse varie. In questa occasione, il più delle volte, i consiglieri comunali più scaltri beneficiano di importanti incarichi a conferirsi da parte del sindaco che, così muovendosi, evita di posare la fascia da primo cittadino. A farne le spese, ancora una volta, i cittadini di un comune martoriato a causa di uno stallo amministrativo senza precedenti.
Detto ciò viene da chiedersi: avrà il nostro sindaco tanti dolcetti per accontentare i palati di almeno 9 consiglieri comunali? La parola d’ordine è: dolcetto o scherzetto?