D’AMBROSIO ANTICIPA, L’INTERA OPPOSIZIONE LO BRACCA

Il Pd non può rimanere a guardare

 

“ La prima a cantare è la gallina che ha fatto l’uovo”. Ce lo ricorda un antico adagio.

Nel nostro caso però non di una gallina si è trattato, ma di un gallo. Anzi, a maggior chiarezza, un galletto abitualmente alquanto spocchioso, oggi preso da seria preoccupazione di finire in pentola.

L’uovo a sorpresa con cui si è presentato in Piazza Garibaldi domenica due ottobre scorso è stata la dichiarazione d’essere pronto a guidare Santeramo anche per i prossimi cinque anni.

La sua uscita, non frutto di improvvisazione ma calcolo maturato nella convinzione che “ la miglior difesa è pur sempre nell’attacco”, ci ha portato a pensare a volontà di voler “mettere le mani avanti”, rimischiare le carte e così in qualche modo fronteggiare quella caduta che umore predominante pronostica inevitabile e rovinosa.

Al suo rendere pubblico tanta dichiarazione, Conservatori e Riformisti, Nuovo Centro Destra, Santeramo Prima di Tutto, Innoviamo, Noi con Salvini ed  è Politic@, non hanno perso tempo a replicare (comizi del 9 e 16 u.s.).

In una Piazza Garibaldi ben più popolata della settimana prima, interessata non a triti monologhi autocelebrativi ma ad ascoltare e capire, Michele Di Gregorio, Giovanni Riviello e rispettivi comprimari, ora con determinazione ora con sarcasmo, hanno affondato i loro colpi.

Tante e perfino troppe le frecce al loro arco per mancare il bersaglio! “Tradeco, Canile, Centro Anziani, ex Enal, Casa di Riposo e, ultima indigesta ciliegina sulla immangiabile torta, il pasticciaccio  “Mensa Scolastica”, questi  i temi maggiormente trattati.

Un’intensa gragnuola si è così abbattuta sul capo dell’insegnante di religione. Il tutto accompagnato  dall’invito ripetuto e convinto a togliere il disturbo. Perché di forte disagio e danno è, a parere  dell’intera opposizione, il protrarsi della permanenza di D’Ambrosio a Palazzo di Città.

Dado tratto” quindi e, per il traguardo di maggio, campagna elettorale avviata.

Chiamato a muoversi senza perdere tempo è il partito che esprime il sindaco.

Per quanto porte e finestre possano essere sbarrate, spifferi, malumori e insofferenze, ieri sussurrati e oggi sempre meno celati, fuoriescono da casa PD.

Il tempo del mascherato “tutto va bene madama la marchesa” pare essere definitivamente tramontato. L’ora di confrontarsi con la nuova realtà preme. Male non sarebbe iniziare con il valutare appieno l’aria che tira, tastando innanzi tutto il polso ai compagni di coalizione dell’Udc e di Sel al fine di accertare quanto rimane del loro credere ancora in D’Ambrosio.

Se fiducia fosse al lumicino e prossima a spegnersi, nel tutto da ricostruire un pensiero serio andrebbe fatto al recupero di quei fratelli fuoriusciti che nel maggio 2012, con pesantissime accuse, fecero volare alto gli stracci in quella che era casa comune.

“Dispregio dell’esercizio della democrazia, inosservanza delle norme statuarie, mancanza di rapporti leali, disconoscimento di parola data, inesistenza di legalità interna, artate messe in scena predisposte a resuscitare chi politicamente era già morto e seppellito, ignorata volontà di una ben consistente maggioranza, colpo di mano al fine di impadronirsi del partito, verità sottaciute o totalmente ignorate” furono l’impressionante sequela di pesantissime accuse cui mai seguirono discolpe o versione degli accusati. Un esempio di sinistra non nuova all’urlare e litigare e persino  votata al cannibalismo e alla stessa autofagia.

In casa PD il ricompattarsi è d’obbligo. Le assenze Larato, Lovecchio, Perulli e company pesano con tutto il loro credito di voti che, presumibilmente destinato a lievitare grazie alla tanto discussa gestione amministrativa in corso, potrebbe, sul piatto della bilancia, costituire la differenza.

A chi toccherà provvedere all’arduo rammendo del pesante  strappo non è dato sapere. Altrettanto dicasi per le condizioni che la lista civica cappeggiata da Camillo Larato potrebbe  presumibilmente porre per il  riabbraccio.

Tutto questo in attesa che partiti e movimenti definiscano alleanze e strategie.

Nell’auspicio di tutti è il poter assistere, quanto prima, al sorgere di una nuova alba. Meglio sarebbe un’aurora, visto che questa aggiunge alla luce il sole.

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