COVID: L’EPIFANIA NON LO PORTA VIA

Finché in Italia, come nel mondo, non ci sarà un solo decesso, occorre fermarsi. Tutto il resto è e sarà morte.

Ai nostri affezionati lettori chiedo cortesemente una spiegazione che, per la mia miseria culturale, non riesco a darmi: “Che differenza passa tra le ore 23:59 di oggi e le 0:01 di domani”. Tutto in due minuti per ricolorare l’Italia, come se il virus si spaventasse di transitare da una tinta all’altra.

Se è vero – come si diceva una volta quando le feste si dosavano con il contagocce – che l’Epifania ogni festa porta via, è anche vero gridare che l’Epifania il contagio non lo porta via.

Anzi. Si continua a giocare con la tavolozza dei colori come se nulla fosse, con il Governo che, a secondo degli umori, tinteggia con disinvoltura l’Italia senza avere polso di decidere come si conviene.

Domani la riapertura della scuola. Che pasticcio! Chi la posticipa, chi – come la Puglia – lascia la decisione ai genitori se preferire la didattica in presenza o quella a distanza, almeno per le scuole inferiori, chi ricatta come la disastrosa Ministra Azzolina che afferma che “se chiude la scuola, non si va a sciare”. Sulla sua coscienza peseranno i tanti decessi e le tantissime infezioni tra il personale scolastico che si potevano evitare se tante scuole erano state rese sicure.

Intanto i decessi sono sempre alti come pure le infezioni. La cosa che fa rabbrividire è che decessi e contagiati sono numeri, non persone né sentimenti, né dolore. Ci stanno togliendo anche il “gusto di piangere”, di commuoverci, di condividere. Siamo numeri.

Tutto è nelle mani del vaccino. Speriamo sia così. Però, per la sua efficacia che, bruttamente, chiamano “immunità di gregge”, occorrono settimane, mesi, forse anni prima che questo obiettivo si raggiunga. Nel frattempo, tanti altri decessi, tanti altri contagiati e oceani di sofferenza.

Se è vero come è vero che il virus di espande per via della circolazione degli uomini, è vero altresì che per impedire il suo distruttivo cammino, bisogna fermarsi e dargli precedenza, non andargli dietro con le tinteggiature.

Finché in Italia, come nel mondo, non ci sarà un solo decesso, occorre fermarsi. Tutto il resto è e sarà morte.

Anche oggi a Santeramo, come in tutta Italia, è sulla carta zona rossa tanto a dire che si continua a fare tutto e il contrario di tutto di quando era zona arancione o gialla. Non gliene frega nulla a nessuno. Tanto siamo numeri. Per i pochi responsabili che, con tanti sacrifici, rispettano le regole, il dispiacere nel cuore per tanta spietata crudeltà da parte dei più che, con disinvolta strafottenza, si comporta e vive come se nulla fosse. Se non ci cambia, anche e soprattutto usando la mano ferma in tutti i sensi, il 2021 sarà peggio di quello passato.

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