COVID: GOVERNO AL LAVORO PER LA TERZA ONDATA

Coprifuoco? Si, mille volte si da osservarsi dal sole calante a quello nascente tutti i giorni.

C’è qualcosa di strano nei numeri del contagio che ogni giorno ci vengono forniti. Ricordate? All’inizio di giugno, il virus era praticamene sparito: pochi contagi, canti di esultanza, tricolore che sbandierava su tanti balconi, striscioni “Andrà tutto bene” e inviti continui alla raccomandazione. Di lì a poco, spiagge formicaio, andirivieni di turisti, discoteche e movide all’impazzata. Questo grande entusiasmo, ancorché irriguardoso verso la memoria di tanti morti a causa del covid e dello strazio dei loro affranti famigliari, è andato avanti fino al 20 settembre. Era necessario fare le ferie e, a seguire, svolgere le elezioni per il referendum per il taglio dei parlamentari e per il rinnovo dei Governi di sette Regioni. Con l’arrivo del mese di ottobre e con un crescendo spaventoso di contagi, tutto come prima, anzi, peggio di prima. I record che si susseguono sono senza fine. Per il contenimento della diffusione del contagio, si sono susseguiti quattro o cinque D.P.C.M., tanti ricoveri, terapie intensive affollate, ospedali saturi fino a presentarsi la necessità di allestire ospedali da campo come quello di Barletta e così via dicendo. La cronaca di ogni giorno è strapiena, non vale riprenderla se non per il dato drammatico che in Italia si sono già verificati dall’inizio della pandemia più di 50 mila decessi.

Tra un mese sarà Natale. Il Governo è al lavoro per allentare la corda, come fece a giugno. Nei prossimi giorni, il numero dei contagi, presumibilmente, scenderà, ci verrà presentata una situazione grave sì, ma permissibile. Per il 3 dicembre è stato annunciato un altro D.P.C.M. Sarà più leggero dei precedenti per giustificare che il Natale si potrà fare. Certo non sarà detto in questo modo. Furbescamente, il Governo “lancerà la pietra e nasconderà la mano”. Questo per consentire feste, cenoni ovvero assembramenti culinari, forse apertura delle piste da sci sulle quali si sta animosamente discutendo, shopping ecc. Contestualmente non mancheranno di essere regalati al popolo italiano scatoloni di raccomandazioni che sono gratis e senza effetto. Per incentivare lo shopping, il Governo sta preparando un provvedimento per dare un contributo fino a 150 euro per gli acquisti con carte di credito. Come a dire: cari Italiani, spendete, girate e fare girare l’economia, divertitevi, però mi raccomando, con prudenza rispettando le regole. Più o meno le stesse parole di inizio giugno quando si scalpitava per riaprire le spiagge.

Intanto il virus è sempre lì, pronto a farsi scorpacciate di vittime. Attenderà silente i cenoni, i veglioni privati, le feste, gli assembramenti familiari e tanto altro ancora come avviene sempre nelle grandi feste per le quali nessuno potrà mai controllare il numero contingentato degli astanti. Le vacanze estive lo hanno già insegnato.  Verso la metà di gennaio, il virus ci presenterà il conto e si ritornerà a parlare di scuole se vanno chiuse o aperte, di ospedali strapieni, di dolore diffuso, forse calmierando la situazione con le prime dosi di vaccino che, se per un verso, daranno a tutti un sollievo di speranza, dall’altra si faranno attendere come acqua nel deserto per le lunghe attese che si sarà costretti a fare prima di essere somministrato su ampia scala.

Quindi ho la sensazione a pelle che la discussione che sta anticipando il nuovo D.P.C.M. stia praticamente e seriamente preparando per gennaio la terza ondata del virus.

Però, mettendo le mani in avanti, il Governo sta iniziando a dire: “A Natale non saranno ripetuti gli errori di giugno”. Errare e umano, perseverare è diabolico. Intanto Conte e Speranza farebbero bene a ricordare con chiarezza quali e quanti sono stati questi errori compiuti. Se, ad esempio, l’errore più devastante è stato quello dei controlli effettuati ad acqua di rosa, quindi permissivi e compiacenti perché tutte le location dei divertimenti dovevano straboccare di gente, a Natale questo errore non deve esser commesso. Come? Con tutti i provvedimenti necessari ed utili, anche e soprattutto di carattere repressivo, anzi soltanto con questo, perché non si ripeta la stravagante baldoria estiva. Il virus si diffonde esclusivamente attraverso i contatti umani e solo per questi. Allora, uno degli errori che non va reiterato è quello di evitare che vi siano. Coprifuoco, allora? Si, mille volte si, da osservarsi dal sole calante a quello nascente! Anzi, fosse per me, dichiarerei rossa tutta l’Italia da dieci giorni prima del Natale a dieci giorni dopo il Capodanno ed inizierei a programmare da adesso e con fiducia alle prossime festività di Pasqua. Per l’Italia, se davvero si vuole stare più tranquilli, è necessario applicare rigidamente il protocollo cinese sul quale bene farebbe Di Maio a parlarne qualche volta per rendersi efficacemente presente agli occhi degli Italiani. Tutto il resto non giova né gioverà.

 

 

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