Anche questa volta ho augurato a Michele di uscire pulito e anche di più dalla faccenda dell’ex Provincia di Bari. Due rilievi a margine da non perdere.
Un incontro del tutto occasionale in un bar di Santeramo si è trasformato in un cordiale e sincero confronto tra il caro amico Michele Cardascia e lo scrivente. Ci andavamo cercando per parlarci come abbiamo fatto tante volte nel corso della nostra antica e intensa amicizia. E come avviene quando il pensiero sprigiona energia positiva, l’incontro c’è stato. Personalmente – l’ho anche scritto pubblicamente – credo veramente nella buona fede di Michele nella faccenda dell’ex Provincia di Bari che lo vede coinvolto insieme ad altri, e anche questa volta gli ho augurato di uscirne pulito e anche di più. Ma in questa fase molto delicata, gli ho ribadito, sono necessarie per il suo futuro umano, professionale e familiare, le sue dimissioni dalla carica di Assessore Comunale. Michele, invece, rimane molto fiducioso e trepidante in attesa di prossimi auspicabili eventi che potrebbero scagionarlo pienamente da ogni presunta accusa.
Prima di salutarci con estrema cordialità, Michele che, come è noto, è assessore all’Ambiente, mi ha garbatamente “ripreso” anche sulla gestione giornalistica dell’igiene urbana a Santeramo che, in tante circostanze, ho definito scandalosa. Tante sono le sue quotidiane sollecitazioni, mi ha riferito, per migliorare il servizio ma bisogna tener presente, ha aggiunto, che dal 2012 il servizio viene continuamente prorogato e questo stato di precarietà non invoglia l’impresa a fare nuovi investimenti per l’acquisto di macchine e contenitori nuovi. Inoltre da circa un anno e mezzo, la Consip che ha espletato la nuova gara di appalto del servizio di igiene urbana, non proclama ancora la ditta vincitrice. Michele mi ha garantito che continuerà a garantire la massima attenzione affinché il servizio sia migliorato nei limiti della situazione possibile.
Da me non condivise, ovviamente, le sue giustificazioni.
Una stretta di mano ci divide fisicamente ma non idealmente. Quando tra gli uomini regna la vera amicizia, non ci può mai osteggiare per la vita.
P.S.
Fin qui la cronaca di un bell’incontro. Due rilievi a margine.
Il primo. Il difetto di fondo in questa storia e in mille altre è che dal Palazzo Municipale non sono mai partite news. Quella in corso è una attività amministrativa blindata. Nessuno sa mai nulla. I giornalisti, perfetti sconosciuti. Se vi fosse stata una politica dell’informazione, tante cose si potevano scrivere con più precisione. Se questo non è mai avvenuto ne avverrà fino al termine di questa legislatura, la colpa non è certamente dei giornalisti.
Secondo rilievo. Mi rimane sul groppone la grande offesa istituzionale di Michele e dei suoi colleghi di Giunta e di Consiglio. Insignito dall’amato Presidente della Repubblica della nobile onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana, nessun amministratore santermano ha presieduto alla cerimonia. Tra quasi cento insigniti, sono stato l’unico “orfano istituzionale” a non avere accanto nemmeno un manico di scopa con la fascia tricolore, creandomi un disagio inimmaginabile. Da questi cafoni, sindaco in primis, sono stato trattato come un appestato. Non solo, Ma nessuno, Michele compreso, nei giorni seguenti ha avuto il bon ton di congratularsi. Lo stipendiato Presidente del Consiglio, collega di partito di Michele, sa la storia. Resto fiducioso in attesa di un ufficiale gesto riparatore che non avverrà mai. I sindaci, gli assessori e i consiglieri passano. L’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana rimane per la vita.