Dopo la scomparsa il 4 novembre scorso del Priore Padre Raimondo Schiraldi, la Comunità Benedettina Olivetana di Picciano piange la perdtita di Don Ivo . E Santeramo , si associa e piange padre Ivo figura storica della comunità monastica del Santuario di Madonna SS. di Picciano. Un legame antichissimo quello che lega i santermani alla Madonna di Picciano . Telefonate e messaggi ai familiari, esternazioni sui social. Tantissime testimonianze di cordoglio per la scomparsa di don Ivo , semplice e nello stesso tempo profondo, riusciva ad arrivare a tutti. << La mia devozione alla Madonna di Picciano mi ha cambiato la vita>> Confessa Mimmo Zullo grande devoto della Madonna di Picciano , promotore di diverse iniziative a sostegno del Santuario , l’ultima in ordine di tempo la raccolta fonti per la realizzazione del nuovo mantello per la Madonna << Grazie a don Ivo e a don Raimondo-continua- per avermi dato la fiducia e la possibilità di servire con umiltà la Madonna e tutto il Santuario. Sono sicuro che da lassù mi guideranno, con la nostra mamma celeste, a continuare a portare avanti altre opere. >> Don Ivo Morsa , 84 anni è deceduto lo scorso 28 novembre , nell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera dove era stato ricoverato per complicanze respiratorie legate al Covid19. Ivana Mascaro , nipote don Ivo raggiunta telefonicamente dalla nostra redazione ne tratteggia la figura . << Ermannino, Era così che si firmava Don Ivo nelle lettere da Camogli alla famiglia nel 1951 quando aveva iniziato il suo cammino di Fede nella famiglia dei Benedettini Olivetani. Don Ivo nasceva a Castel Baronia in provincia di Avellino il 20 agosto 1936.Quintogenito di una famiglia di otto figli consacra la sua vita alla chiesa diventandone un grande orgoglio e fulcro per avere buoni consigli e trovare la pace e la consolazione della fede . Diventa sacerdote nel 1964 e nel 1966 viene inviato con alcuni fratelli tra cui Don Cleto a Picciano a lavorare nella remota terra di Lucania nel nuovo Collegio di Picciano come prefetto dei postulanti. Li insieme ai primi Monaci ha iniziato l’edificazione del Sanutario che vede tra coloro che hanno messo le fondamenta l’onorevole Emilio Colombo: Erano tempi durissimi senza corrente elettrica, acqua potabile epochevettovaglie date in elemosina dai paesani generosi di Matera e della vicina Puglia.Picciano terra di confine al servizio di un grande popolo di pellegrini provenienti da tanti piccoli paesi come Santeramo, Altamura, Gravina. Il suo servizio era completo e a 360° per i bisogni di tutti dalle cose più concrete della famiglia benedettina all’acccoglienza e la grande dedizione all’accoglienza ai pellegrini devoti della Madonna diPiccano. Purtroppo la pandemia ha colpito anche quel luogo di fede apparentemente remoto e forse lontano dall’idea che si potesse contagiare. Lo zio è stato ricoverato all’ospedale di Matera per gravi sintomi il 31 ottobre. Abbiamo cercato di avere le notizie che ci davano i medici senza mai poter andare a visitarlo. Avremmo voluto di più dargli il coraggio non solo con le chiamate e i messaggi. Il poter essere vicino ai malati di covid da parte dei pare ti ma anche di vicini, amici, volontari, persone care è aiutare nella cura, è far crescere le risposte immunitarie e quindi permette al “sistema uomo” di difendersi meglio e prima dagli insulti del virus. Questo virus purtroppo uccide anche per la solitudine e tanti ammalati debbono poter avere vicino una persona cara. Certo con una malattia infettiva va studiato e trovato un metodo che tuteli tutti, malati, visitatori, e personale sanitario, soprattutto per arginare il contagio. Ciò è possibile in primo luogo perché i dispositivi di protezione individuale esistono e funzionano.>>
La nipote Ivana Mascaro