CINQUE STELLE AL CIELO

Cala il sipario su questa campagna amministrativa 2017 che ha visto Santeramo vivere una rinnovata storia fra Davide e Golia.

 

5Stelle, esordiente monolitico manipolo, straccia quel centrodestra che ai nastri di partenza con lo schieramento delle sue ben sei coalizioni era apparso  imponente corazzata.

I numeri parlano il linguaggio dell’inoppugnabile: 23760 gli aventi diritto al voto, 12818 i presenti alle urne, 3708 i voti per Franco Nuzzi ( 29,86%), 8710 quelli per Fabrizio Baldassarre ( 70,14%).

Fra i due contendenti non c’è stata lotta. In nessuna delle 23 sezioni Nuzzi ha prevalso, mentre in ciascuna di esse Baldassarre ha raddoppiato e  persino triplicato sull’avversario.

Per  il centrodestra e liste collegate una Waterloo dalle dimensioni impensabili.

Non si è dovuto attendere il termine dello spoglio per festeggiare: immediata è stata la percezione del prevalere indiscusso dell’uno  sull’altro.

Fabrizio Baldassarre, professore universitario colpito dalla politica, sale così a Palazzo di Città con una maggioranza al top: 11 contro sei dell’opposizione. Una opposizione sulla carta abbastanza tosta e certamente determinata a non concedere, ove ve ne fosse bisogno, sconti di sorta.

L’appena conclusa competizione elettorale ha raccontato ulteriori storie: la carta Salvini, sfoderata da Giovanni Riviello, non ha pagato; a torto o ragione, meridione non disponibile; a leccarsi le profonde ferite è Camillo Larato, eliminato al primo appello in maniera  inimmaginabile; verso gli ex compagni del Pd, assapora la sua “personale rivalsa” Michele D’Ambrosio. Una sorta di occhio per occhio, dente per dente. Se all’ex disarcionato inquilino di Palazzo di Città fosse riuscito raccattare un ulteriore paio di centinaia di voti, saremmo ora a raccontare tutt’altra storia su un ballottaggio esplosivo nei risultati; sulla scia di educata e composta normalità la presenza di Laquale.

 E’ dunque nei numeri del distacco la sorpresissima. E’ su questo che si argomenta e si congettura.  Dà luogo a dicerie varie il comportamento di D’Ambrosio. Prima la pubblica sua dichiarazione di lasciare il proprio elettorato libero di convergere verso l’uno a l’altro candidato secondo coscienza, quindi il ritorno sui propri passi con l’invocazione al “rinnovamento”.

Immancabile il sospetto che, captato il vento spirare forte verso le 5stelle, sia stato estremo tentativo di ingraziarsi, a futura memoria, l’incontrastato vincitore. Storia tutta da decriptare e tutta da scrivere.

Nel comizio di saluto e ringraziamento di questa sera, Fabrizio Baldassarre non vorrà privarci della sua chiave di lettura su questo ballottaggio dal risultato tracimante.  Chi ha avuto modo di ascoltare lui e i vari Di Maio, Di Battista e altri del Movimento, ben ricorda gli inappellabili“ viaggiamo da soli, liberi da strane alleanze e da ogni laccio che condiziona”. Attendiamo ora il passaggio dalle enunciazioni e promesse ai fatti.

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