CERCASI PRESIDENTE, ANZI C’E’

Tutto si può presto e bene risolvere chiedendo un piccolo sacrificio al maestoso Sergio Mattarella.

Alla pari di tantissimi italiani sto seguendo la cronaca politica di questi giorni per l’elezione del Presidente della Repubblica. E come tantissimi appassionati, anche io mi sono fatto l’idea di come dipanare la matassa nella quale si vanno sempre ingrovigliando le forze politiche. Speriamo che sia trovato prestissimo il bandolo di questa matassa perché la situazione sanitaria, sociale ed economica si va sempre più inasprendo. A Santeramo un chilo di pane costa tre euro e forse, rispetto ad altre città, siamo ancora fortunati. Ieri 468 decessi per la pandemia. Bollette di gas e luce alle stelle. Ora, come sempre avviene per i grandi appuntamenti, ognuno la pensa a modo suo. Quando deve scendere in campo la nazionale di calcio, ad esempio, tutti si fanno la propria formazione, la migliore per poter vincere. Anche nel nostro caso, credo che moltissimi si sono fatti l’idea di chi insediare sul colle più alto di Roma. La penso così. Chiunque sarà eletto alla prestigiosa carica di Presidente della Repubblica – e di personalità di rilievo ve ne sono sia a destra che a sinistra – metterà in penombra la punta di diamante che l’Italia ha in Europa nella persona del Premier Mario Draghi. La sua vita alla guida del Governo nazionale, se tutto gli andrà bene, durerà fino alle prossime elezioni politiche del 2023 per poi lasciare inevitabilmente il posto, presumibilmente se i sondaggi sono attendibili, al leader del centro destra o del centro sinistra se in questo anno avrà la capacità di recupero. A quel punto se ora il Parlamento eleggerà un Presidente della Repubblica diverso da Draghi, nella primavera del 2023 lo stesso Draghi sarà soltanto un pensionato non più prestato alle Istituzioni.  Invero se ora il Parlamento lo eleggesse Presidente della Repubblica, la sofferente legislatura sarebbe definitamente compromessa con il fondato rischio di elezioni anticipate contro le quali, in particolare, il M5S accende continuamenti ceri ai suoi Santi protettori.

Allora come si potrebbe uscire dal groviglio? Semplice. Il Parlamento chiedesse un sacrificio di un anno al maestoso Sergio Mattarella di accettare la sua rielezioni fino alle prossime elezioni politiche del 2023. A quel punto, se è vero che tutti sono stimatori di Draghi, lo eleggessero alla Presidenza della Repubblica per continuare ad avere un luminoso punto di riferimento in Europa e nei mercati mentre il suo posto di Premier sarà occupato, ovviamente, dal leader vincitore delle elezioni. Lo “status quo”, quindi, servirebbe a tutti perché, alla fin fine, dietro agli arzigogolati ed altruistici ragionamenti politici, piuttosto di essere kingmaker & soci in qualsiasi schieramento politico presenti, si è “Cicero pro domo sua”, difficilissimo se non impossibile ad esserlo in un Parlamento composto da minoranze dove tutti hanno bisogno di tutti. Come andrà a finire? “Io speriamo che me la cavo”.

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