CENNI STORICI DELLA CHIESA DELL’ANNUNZIATA

             Telegrafico excursus dalla costruzione al 2018.

In occasione della festività odierna dell’Annunciazione del Signore, un tempo onorata anche con l’accensione dei falò come per la festa di San Giuseppe, ho trovato tra i miei appunti alcuni cenni storici della Chiesa dell’Annunziata a Santeramo, piccola ma bella. Fu costruita nella seconda parte del 1700 sulle rovine di una omonima cappella a testimonianza che la venerazione della odierna ricorrenza, risale a tempi molto antichi. Si sa che fu adornata da un autore contemporaneo paesano dell’epoca, di nome Aloè. L’altare maggiore fu realizzato nel 1899 per devozione di Giovanni Paolangelo fu Erasmo. Precisamente porta la data dell’8 settembre 1899, giorno che la chiesa festeggia la nascita della Vergine Maria. Sull’altare è posta l’effigie della Vergine Maria che si porta in processione. Raffigura la Vergine Maria che accoglie il messaggio dell’Arcangelo Gabriele, il cui nome significa annunziatore, postino di Dio. La colomba, posta sulle due figure, simboleggia lo Spirito Santo. Accanto alla statua vi sono due tele: quella di sinistra che raffigura San Michele Arcangelo, Il Principe degli Angeli che sconfigge satana. Il suo nome significa “Chi è come Dio”. Quella di destra ritrae l’Arcangelo Raffaele con Tobia. Chi era Tobia? Assisteva il padre cieco. La Bibbia ci racconta che, grazie a San Raffaele, fu restituita la vista al padre e che durante un viaggio procurò a Tobia un felice matrimonio con la giovane Sara, sino ad allora, posseduta dai tormenti del demonio. Il pavimento originario era in mattonelle marmorizzate. Un paio di metri prima vi era una fascia di marmo bianco fino ai gradini dell’altare. Da questo punto e sino all’altare, i fedeli incedevano lingua per terra.

Quattro gli altari laterali, due sulla parte sinistra e due sulla parte destra. Il primo a sinistra è dedicato alla Madonna del Pozzo, della quale in Via Di Vittorio vi è un affresco in stato di abbandono. Bella cosa sarebbe il suo recupero. Il secondo è dedicato a S. Antonio, costruito nel 1805 da Francesco De Luca, con lo stemma e la corona della famiglia De Luca. Salendo via Sant’Antonio a Santeramo, subito dopo l’arco, si trova il palazzo di questa aristocratica famiglia santermana che fu a servizio del Marchese. Il primo a destra, invece, è l’altare del Purgatorio, costruito da Domenico Sava. L’altare è sovrastato da un quadro del 1859. Anche in questo caso si nota lo stemma della potentissima Famiglia Sava che riscuoteva le tasse dei poveri Santermani per conto del Marchese. Lo stemma rappresenta una torre sormontata da tre stelle. Il secondo altare a destra è dedicato a San Lorenzo. Fu eretto nel 1855 per devozione di Lorenzo Laterza. Su questo altare vi è la statua della Madonna di Picciano, nella classica raffigurazione che conosciamo. All’interno della chiesa sono custoditi: in fondo a destra, un pregevole Crocifisso in pietra del 1850, opera di Vito Calabrese; a sinistra, dopo l’ingresso la statua di Cristo flagellato alla colonna, che sfila nella processione del Misteri del venerdì sera. A questo proposito credo sia opportuno ricordare che vi è il “Venerdì santo” raffigurato in un bel quadro di Bartolomeo Paradiso del 1927 e che ha come prospettiva la fine di Via Annunziata, quella, cioè, che si collega alla piazzetta Giuseppe Di Vittorio.

La Chiesa è gestita con cura e amorevole devozione dalla omonima Confraternita che fu costituita il 20 ottobre 1779 per iniziativa di duecento devoti, ma la sua presenza è molto più remota. La mozzetta è di colore rosso. Primo priore fu Erasmo Angiola. In occasione del 200° anniversario, la Confraternita stampò un opuscolo rievocativo della sua storia. Nel corso del tempo, la Chiesa è stata interessata da alcuni interventi di manutenzione straordinaria sia esterna che interna, l’ultimo dei quali è stato completato con successo nel 2019 grazie alla Confraternita e a Don Vito Nuzzi, Arciprete di Santeramo, Parroco della Chiesa Madre. La Chiesa dell’Annunziata, non svolgendo funzioni parrocchiali, è una rettoria della Chiesa Madre. In questa Chiesa, giungendo ai nostri tempi, il 2 febbraio 2018, con T.R.C. e con la preziosa collaborazione delle sorelle della Confraternita, registrai un antico canto popolare dedicato alla Madonna di Picciano che, mi dispiace, non è possibile ora farvi ascoltare.

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