CALABRESE:”I MEDICI HANNO RISPETTATO LE DIRETTIVE DELLA REGIONE E NON HANNO MAI ABBANDONATO I PAZIENTI

Bari, 18 aprile 2020. “I medici di famiglia non hanno mai abbandonato i propri pazienti, né sul territorio, né nelle RSA. Hanno continuato a offrire loro le migliori cure possibili nelle condizioni in cui sono stati costretti a lavorare, in assenza di DPI e di protocolli definiti per la gestione dell’emergenza sul territorio. È da un mese che sollecitiamo la definizione di un piano strategico che coordini l’azione assistenziale sul territorio, che comprende anche le RSA”. Risponde così Nicola Calabrese, Segretario Fimmg Bari alle accuse mosse ieri sulla stampa ai medici di famiglia per le condizioni dei pazienti nella RSA Villa Giovanna di Bari.

“Abbiamo rispettato le direttive regionali che a oggi vietano ai medici di famiglia di accedere alle strutture e prevedono solo il triage telefonico e l’assistenza a distanza.” – continua Calabrese .

In una nota del 10 marzo (Prot. N. AOO/5/00197 del 10/03/2020) il Dipartimento della Salute della Regione Puglia precisava infatti che nelle strutture semiresidenziali sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali “Durante l’orario di apertura è fatto espresso divieto di far accedere ai Centri Diurni visitatori, familiari e/o ogni altro soggetto che non sia il personale operante nella struttura”.

Nel CPR della Medicina Generale dell’8 aprile, con cui finalmente si adottava un piano per il territorio, il Direttore del Dipartimento, Vito Montanaro, ha dichiarato che nella prima fase dell’epidemia “il Dipartimento ha disposto immediatamente la messa in sicurezza dei pazienti contagiati che richiedevano percorsi assistenziali di tipo ospedaliero in regime di ricovero. La fase dell’assistenza territoriale è stata rinviata a successive azioni. Per completezza, si evidenzia che tale orientamento era una priorità condivisa con lo stesso Ministero della Salute […] Nella massima trasparenza che ci ha sempre contraddistinto nei rapporti con tutti gli operatori del SSR è stato sempre detto che non avevamo a disposizione una fornitura di DPI, tale da garantire una attività assistenziale sul territorio senza rischi. A tale riguardo, proprio per ridurre al minimo i rischi di contagio, sono stati introdotti differenti modelli organizzativi nella gestione degli ambulatori dei medici di A.P., di C.A., di PLS, e degli SCAP, superando il modello di accesso diretto e subordinandolo al triage telefonico ed agli accessi per appuntamento.”

Quindi l’unico modello che è stato possibile garantire sul territorio è stato quello definito dalle procedure regionali, privilegiando un piano strategico focalizzato sugli ospedali per fronteggiare l’epidemia e rinviando l’organizzazione delle cure territoriali a una seconda fase. Nel frattempo, però, già a marzo, i pazienti delle RSA rimanevano senza percorsi assistenziali, che andassero al di là dell’assistenza a distanza che i medici di famiglia, in ottemperanza con le direttive regionali, hanno continuato a offrire coordinandosi con gli infermieri e i responsabili sanitari delle strutture.

A oggi, quindi, la lettera del 10 aprile, con cui la ASL Bari invitava la RSA Villa Giovanna a consentire l’accesso per la valutazione delle condizioni dei pazienti va contro le stesse disposizioni della Regione. Per consentire l’accesso alle RSA ai medici di famiglia, manca un protocollo di sicurezza che predisponga percorsi e una serie di tamponi capaci di garantire prima di tutto la sicurezza dei pazienti stessi. È chiaro infatti che, in Puglia così come in altre regioni, laddove il virus si è diffuso nelle RSA, è arrivato dall’esterno.

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