BUON ANNO

Notte speciale per scambiarsi auguri diversi dagli altri capodanni.

Ho atteso il bollettino di oggi prima di porgere, anche a nome della Redazione tutta, i doverosi e sinceri auguri ai nostri cari amici lettori: 144.243 nuovi casi e 155 decessi; tasso di positività a 11,8%. Una strage, nel mentre ci accingiamo a vivere le ultime ore di questo anno con il cuore già tutto proteso a quello che sta per arrivare. La gioia della festa non è né può essere come quella di due anni fa. E’ cambiato qualcosa, anzi molto. Sarà così anche per tanto tempo. Faremo festa ma sarà una festa sommessa, spenta dentro al cuore anche se in apparenza faremo finta di nulla. Il pensiero non si scolla da ciò che ci insidia. E una domanda ci turba: fino a quando? E’ una domanda con risposta indefinita, ma solo delineata a grandi tratti dalle assicurazioni della Scienza che ha puntato tutto il piatto del gioco sul vaccino. Certo, il vaccino è un’arma importante e vincente ma non è l’unica. Se fosse così oggi non conteremmo 144.342 nuovi casi che saranno molto di più nei prossimi giorni, né piangeremmo altri 155 morti ai quali, purtroppo, se ne aggiungeranno tanti altri. Il vaccino da solo non vince né sconfigge oggi in maniera definitiva il nemico. Lo ridimensiona, ma la sua vitalità è ancora da spavento per la sua straordinaria capacità da camaleonte di trasformarsi in maniera rapita e insinuante. Intorno alla bottiglia di spumante che stapperemo tra qualche ora con volto sereno ma con il cuore appannato e trepidante e con il pensiero rivolto a quanti sono negli ospedali o contagiati in casa, tutte le persone di buona volontà devono questa notte fare un augurio di buon anno a se stessi prima di farlo ai commensali, facendolo precedere da un veloce esame di coscienza: ho dato il mio piccolo contributo per vincere questa guerra? Osservo le continue raccomandazioni della Scienza sul distanziamento, sull’uso della mascherina e sull’igiene personale soprattutto della mani? Ho accolto l’invito alla vaccinazione? La suggerisco ai miei conoscenti e a quanti conosco essere ingiustificatamente riluttanti? Tanto a dire che il migliore augurio che quest’anno ci possiamo scambiare deve essere un augurio dinamico, propositivo, impegnativo, responsabile, con la lucida consapevolezza che nessuno, dico nessuno, può ancora delegare gli altri a fare quello che in primissima persona compete a ciascuno di noi. Solo con queste intenzioni, gli auguri che ci apprestiamo a scambiare avranno uno scopo, una finalità, un traguardo sia pure provvisorio da raggiungere, e non solo parole che, ancorché belle a porgerle e a riceverle, in questo periodo servono a poco.

Buon Anno.

 

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