Un addetto dell’organico gestionale potrebbe essere un parente stretto di un influente amministratore comunale.
Continuano i lavori presso l’auditorium della biblioteca comunale dei quali ce ne siamo occupati in precedenza. Pronta per essere inaugurata e appalto di gestione aggiudicato, la biblioteca cittadina è stata rimessa sotto sopra per la realizzazione – pare – di un soppalco all’interno dell’auditorium sul quale posizionare alcuni scaffali di libri. Il cantiere edile, ovviamente, ha messo tutto a soqquadro. Il pavimento, già levigato, sicuramente porterà i segni della sua devastazione; i nuovissimi arredi, ancorché coperti da cellofan, in qualche modo saranno segnati dalla polvere; la struttura nel suo insieme risentirà dell’esecuzione dei lavori in corso. Eppure, se proprio bisognava consumare i quattrini ricevuti dell’importo di circa 130 mila euro, c’erano altre cose da fare come, ad esempio, la pitturazione esterna, la pavimentazione della sala bar, ecc. Pure all’esterno, non mancano i segni di questo cantiere. Ad esempio, dinanzi all’ex Enal, almeno una panchina è stata scheggiata dal calcestruzzo e nessuno sinora se ne è occupato per ripulirla. Questa, in generale, la situazione dei lavori davanti alle quinte, ovvero dei lavori che si possono vedere. Sembra, però, che vi siano altri lavori, non edili, dietro le quinte. Se ne parla in maniera diffusa e la si dà ormai per scontata. Noi la riprendiamo proprio perché è sulla bocca di molti. Corre voce – e come corre! – che quando la biblioteca sarà operativa, un addetto dell’organico gestionale potrebbe essere un parente stretto di un influente amministratore comunale. Noi non ci crediamo. Sono le solite voci tendenziose messe in circolazione ad arte dagli stessi amici di questo amministratore, forse gelosi del suo proficuo lavoro e dei successi personali che consegue. Ammesso che potrebbe essere così, noi siamo convintamente del parere che anche i figli di tutti gli amministratori comunali di Santeramo e del mondo, hanno diritto di lavorare. Questi ragazzi non devono patire colpe che non hanno e rimanere disoccupati a lungo termine per avere un papà o una mamma che ricopre un incarico istituzionale. Per sgombrare il campo da ogni minimo equivoco, sempre nell’ipotesi che questi lavori a sipario chiuso abbiamo fondamento, ci sarebbe soltanto da sciorinare in piazza gli atti della gara di appalto. Tutto qui. Si farebbero così a carpaccio le lingue dei malpensanti e, soprattutto, si darebbe esaltazione alla trasparenza.