BIBLIOTECA E PALAZZETTO VITULLI IN MANO A PRIVATI

L’associazione culturale “Impegno per Santeramo”: ” I cittadini e le associazioni dovranno pagare per utilizzare le due strutture pubbliche”.

Riflette su due delibere approvate dal Consiglio Comunale lo scorso venerdì 14 novembre l’associazione culturale “Impegno per Santeramo” facente parte della neocoalizione “LeAli per SanterAMO”.  Si tratta delle proposte n. 71 e n. 72 aventi ad oggetto, rispettivamente, la “Gestione biblioteca comunale. Atto d’indirizzo”  e “Gestione palazzo dello sport. Atto d’indirizzo”.  Per i non addetti, si parla della Biblioteca ubicata nell’ex– Enal, il fabbricato ubicato nella Villa Comunale , e del Palazzetto Vitulli.  Attualmente, entrambi chiusi al pubblico, nonostante milioni di euro di soldi pubblici investiti per la loro ristrutturazione.

In una nota l’associazione scrive:

Il Sindaco D’Ambrosio ha proposto, e il Consiglio Comunale ha approvato con i voti di una risicata maggioranza, l’affidamento della gestione delle due strutture a privati, con un contratto della durata massima di tre anni.  E’ prevista la compartecipazione annuale del Comune stesso alle spese, per un importo di 24.000 € per l’ex – Enal e di 12.000 € per il Palazzetto Vitulli.  Insomma, i cittadini e le associazioni dovranno pagare per utilizzare le due strutture pubbliche.

Quale motivazione ha addotto l’Amministrazione Comunale per giustificare tali scelte? In entrambi i casi: “i dipendenti di ruolo, con profilo professionale specifico … non sono né in servizio né previsti in dotazione organica”.

La motivazione appare risibile. I dipendenti che sino a ieri prestavano servizio presso il Palazzetto Vitulli furono spostati in altri uffici comunali: perché non li si destina a svolgere la precedente mansione? E poi, quali specifiche competenze sono necessarie per svolgere il compito di custode del Palazzetto?

Per quanto riguarda l’ex – Enal, invece, a noi risulta che vi sono diversi dipendenti in possesso di laurea, personale che questa Amministrazione destina a compiti impegnativi come, ad esempio, fare fotocopie.

E’ evidente che sono scelte molto discutibili, effettuate, si badi bene, senza che vi sia stato alcun confronto con le società sportive o con le associazioni culturali.  Tutte duramente penalizzate. Tutte messe di fronte al fatto compiuto.  Il tutto all’indomani dell’approvazione dell’aumento della tassazione comunale, con l’applicazione delle aliquote massime o quasi, applicazione che presenta, a nostro parere, diversi profili di illegittimità (per la TARI, ad esempio, le entrate risultano superiori ai costi del servizio).

Insomma, le regole fondamentali del “patto sociale”, argomento retorico e demagogico del Centro-Sinistra, regole che giustificherebbero il prelievo fiscale da parte dello Stato, sono state stravolte: a fronte di una tassazione elevatissima, l’Amministrazione comunale non solo non fornisce maggiori ‘servizi’, ma li rende a pagamento, con ulteriore prelievo dalle tasche dei cittadini.

Invitiamo il Sindaco D’Ambrosio, già docente di Religione, a leggere il resoconto di una omelia del Card. Caffarra, arcivescovo di Bologna, che a settembre dello scorso anno spiegò alcune cose preziose, almeno per chi dichiara di essere cattolico.  Afferma l’Eccellente prelato che “Il sistema fiscale è parte cospicua del patto sociale, per cui il cittadino ha il diritto di avere quei servizi pubblici, in ragione dei quali paga le tasse … Sommamente ingiusto è lo Stato quando, specie in un periodo di crisi economica come quello attuale, esso impone ai cittadini una tassazione talmente elevata da rendere impossibile la tutela e la promozione di beni umani fondamentali, quale il lavoro. Pensate, per esempio alle difficoltà in cui sono messe piccole e medie imprese”, e le famiglie, aggiungiamo noi.

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