Di seguito l’accorato appello di giovani medici in una nota stampa
<<Siamo un gruppo di giovani medici di medicina generale, in formazione o già impegnati in attività sul territorio. Abbiamo deciso di scrivere questa lettera perché il servizio sanitario nazionale è ad un punto cruciale e crediamo sia giunto il momento di cambiare passo, ma soprattutto perché vogliamo che nessuno giochi con il futuro della medicina generale e dei giovani medici di famiglia.
La pandemia di Covid-19 ha messo e sta tuttora mettendo a dura prova la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale. In questi mesi sono state evidenziate tutte le criticità, da tempo note, dell’organizzazione dell’assistenza al cittadino.
Tra le criticità, senza dubbio di rilievo sono apparse quelle relative alla medicina del territorio.
Da più parti, infatti, sono giunti commenti relativi ad una strutturazione della medicina territoriale non completamente adeguata ad affrontare l’emergenza. Nonostante le competenze e l’abnegazione di tanti colleghi, manifestate drammaticamente e in troppi casi con la perdita della vita, la medicina generale ha mostrato, inevitabilmente, le conseguenze di anni di mancati investimenti, di assenza di programmazione da parte dei decisori politici e di scarsa tendenza all’innovazione.
Rispetto alle sfide assistenziali del presente e del futuro, non è più possibile che le singole professionalità possano pienamente sopperire alle inefficienze del sistema. Andando avanti in questo modo continueremo a perdere terreno e non riusciremo a rispondere alle esigenze del Paese e dei nostri pazienti.
Siamo in un momento cruciale, nel quale ormai sono messi in discussione ruolo e autorevolezza della medicina generale all’interno del SSN.
E proprio in questo momento ci colpiscono e ci lasciano perplessi le polemiche relative all’esecuzione dei test sierologici per il personale scolastico, da parte di alcune associazioni di categoria e di singoli colleghi che, rifiutando di svolgere tale attività, pare siano disinteressati a garantire una partecipazione attiva a fronte di un minimo incremento del carico di lavoro richiesto.
Come giovani medici di famiglia, riteniamo sia di vitale importanza un radicale cambio di passo. Non è il tempo di tirarsi indietro, ma di dimostrare responsabilità e di recuperare il nostro ruolo.
Non è a nostro avviso ammissibile che in una nazione in stato di emergenza si intralcino attività utili alla ripresa di una istituzione cardine della democrazia, come la scuola, per questioni strumentali, di mancati (ed esigui) compensi o di demotivazione.
Sentiamo il dovere di richiamare tutta la professione a quello che è il nostro faro, il codice deontologico, che sulla gestione delle calamità dirime ogni dubbio: “Il medico in ogni situazione di calamità deve porsi a disposizione dell’Autorità competente”. Invitiamo tutti a non abbandonare mai i valori morali espressi nel nostro giuramento.
E invitiamo i colleghi di ogni generazione ad avere a cuore il futuro della medicina generale, per costruire un’assistenza al passo con i tempi, che consenta ai medici di famiglia di ritornare ad avere pienamente la centralità nelle cure.
A tal fine sono a nostro avviso imprescindibili e urgenti :
– Investimenti che consentano a tutti i medici di lavorare sin dall’avvio dell’attività in associazione e con personale di studio. Non è più accettabile che ancora oggi parte della medicina di famiglia continui ad indugiare su associazionismo e personale di studio anche nei casi in cui i fondi sono disponibili e accessibili.È questa la via attraverso la quale innovazione ed autonomia professionale possono andare di pari passo.
Crediamo fermamente debba essere garantita a tutti ed al più presto la possibilità di lavorare in team, per portare in maniera capillare sul territorio standard elevati di cura.
Guardiamo dunque ai fondi europei come una grande opportunità per lo sviluppo dell’assistenza sul territorio. Perdere questa occasione sarebbe un errore imperdonabile che si ripercuoterebbe per anni sulla salute dei cittadini.
– Strumentazione per la diagnostica di primo livello, il cui finanziamento è stato già definito in legge di Bilancio, alla quale ha fatto seguito il decreto attuativo del Ministro della Salute. Una innovazione che va portata a realizzazione concreta al più presto, per la sua capacità di elevare la qualità dell’assistenza e ridurre le liste d’attesa.
– Abolizione piani terapeutici ed esenzioni per le principali patologie croniche, liberando l’attività di medici di famiglia da vincoli burocratici ormai anacronistici e insostenibili.
– Una informatizzazione vera, che sia utile a snellire il lavoro, a favorire le comunicazioni e la telemedicina quando è necessaria; un’informatizzazione che quindi non rappresenti un ulteriore freno al proprio lavoro, come spesso oggi accade.
– Modelli di reale presa in carico del paziente cronico e implementazione attività di prevenzione.
Condividiamo il presente documento per chiarire definitivamente che la medicina generale, il cui massivo ricambio generazionale è già in corso, è costituita da donne e uomini che hanno voglia di impegnarsi per il cambiamento con spirito di sacrificio, perfettamente consapevoli del proprio ruolo sociale e professionale, che deve essere riferimento per i cittadini e per il SSN. Chi sceglie questa professione per passione e convinzione deve essere considerato elemento imprescindibile per la tutela al diritto alla salute del nostro Paese. Non possiamo più attendere.
Il ricambio generazionale diventa quindi un’occasione unica e imperdibile per migliorare ed innovare, poiché rappresenta un innesto di energie ed entusiasmo che può dare stabilità e prospettive promettenti alla medicina generale.
Siamo convinti di poter costruire una medicina generale all’avanguardia per la nostra soddisfazione professionale e, soprattutto, per contribuire in maniera sempre più incisiva alla tutela del diritto alla salute per ogni singolo cittadino.
Per tutte le ragioni sopra esposte, rivendichiamo maggiore coinvolgimento nelle scelte, poiché saremo noi i professionisti sul territorio nei prossimi anni. Non siano altri ed altri interessi a decidere il nostro futuro.>>
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Concordo ogni parola scritta nell’appello. Mi permetto solo di far presente ai futuri medici di medicina generale che l’associazione di più medici deve portare a più servizi per i pazienti ( presenza dell’infermiere , possibilità di fare indagini diagnostiche rapide ecg, spirometrie, ecografie ecc) e non come oggi aggregazioni di più medici che condividono un ambulatorio solo per comodità e non voglio aggiungere altro (perché a pensare male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca)