ALDO MORO, 16 MARZO 1978

In un libro, Padre Pio predisse la barbara morte dello Statista democristiano.

Il 16 marzo 1978 è una data che ha cambiato il corso della storia italiana. La mattina di quest’oggi di 44 anni fa, mentre si stava recando in Parlamento per la fiducia al Governo guidato da Giulio Andreotti, il grande statista italiano, Presidente dello scudocrociato, fu rapito dalle Brigate Rosse in Via Fani a Roma da un sanguinario commando delle Brigate Rosse. Sul campo della sparatoria rimasero i corpi massacrati dei cinque agenti di scorta: Oreste Leonardi (ombra di Moro e guardia del corpo più fedele), Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulia Rivera e Francesco Zizzi. Dopo lunghi e drammatici 55 giorni di prigionia, il 9 maggio 1978 il corpo esamine di Moro fu trovato in una Renault 4 rossa, parcheggiata in Via Caetani sempre a Roma, a poco più di 100 metri dalle Botteghe Oscure, sede nazionale del Partito Comunista Italiano, e da Piazza del Gesù, sede nazionale della Democrazia Cristiana. Ancora lontana la verità, tutta la verità sui mandanti ancora nascosti negli abissi della politica.

Era l’epoca in cui si stava facendo sempre più intenso il dialogo tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano, guidato dal grande Enrico Berlinguer. Moro parlava di “incontro tra le rette parallele”; Berlinguer di ricerca della “terza via” ovvero di un “qualcosa” che non fosse né capitalismo né comunismo, dopo la proposta del compromesso storico, lanciato a seguito il colpo di stato in Cile nel settembre 1973 e finalizzato all’incontro tra le forze progressiste di sinistra e i cattolici. Berlinguer morì a Padova nel giugno 1984 per un malore accusato dopo un comizio. Entrambi morirono all’età di 62 anni. Avessero avuto vita certamente oggi non avremmo questa Italia dove le menti pensanti e, quindi, i pensieri lungimiranti come quelli di Moro e di Berlinguer, sono meno delle dita di una mano. Tutti oggi sono protagonisti ed arrivisti, quindi mediocri per mettersi dinanzi alla loro impareggiabile statura politica. Il destino ha voluto privare l’Italia di questi due grandi Uomini e oggi ne piangiamo le conseguenze nella consapevolezza che avrebbero davvero cambiato la politica italiana e con essa l’intero Paese.

In questo anniversario che non può né deve essere mai dimenticato, desidero condivide con i nostri affezionati lettori la filiale devozione di Aldo Moro nei confronti di Padre Pio. Sono documentate almeno tre visite a San Giovanni Rotondo, due delle quali quando il Santo con le Stimmate era ancora in vita, e la terza nel 1976. E’ sempre più radicata la convinzione che Padre Pio predisse la sua barbara fine direttamente all’Onorevole Aldo Moro. Si legge di questa profezia in alcuni libri tra cui nel libro “Uccidete Moro. Verità celate tra spiritismo e depistaggi. Io c’ero” di Antonia Cornacchia, generale dei Carabinieri in pensione, che all’epoca dei fatti, svolse indagini sul rapimento e sull’uccisione di Moro. Questo libro è stato presentato il 18 settembre scorso a San Giovanni Rotondo. Nel libro si racconta che Padre Pio, “scherzando” sul cognome, disse: “Moro, moore”. Spero che quanto prima, su iniziativa della nuova Amministrazione Comunale, questo libro possa essere presentato anche a Santeramo.

 

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