Il “back to school” per i ragazzi dell’ IISS Pietro Sette di Santeramo è stata un’amara sorpresa. Mancano le sedie e i banchi e gli studenti sono costretti a un girotondo collettivo: tutti giù per terra. Accampati nei corridoi, i ragazzi hanno dovuto seguire le lezioni utilizzando il pavimento come sedia e le ginocchia come banco. Non è una nuova soluzione per migliorare l’apprendimento, ma si tratta dell’incredibile disagio realmente vissuto dagli alunni e testimoniato da numerose foto giunte in redazione e condivise su facebook. Il motivo di quanto sta accadendo è sempre causato dai tempi elefantiaci con cui si muove la macchina amministrativa della Città Metropolitana che ha competenza sulla manutenzione degli istituti. Che la situazione fosse disastrosa non è una novità, così come ci spiega Francesco Pontrandolfo, rappresentante d’Istituto “Nonostante da due anni l’IISS Pietro Sette di Santeramo in Colle faccia richiesta di materiale come sedie e banchi alla città metropolitana di Bari per ovviare all’aumento delle iscrizioni e al deterioramento delle attrezzature dovuto al tempo, ad oggi molti studenti sono costretti a fare lezione seduti sui banchi, o in due su una sedia, o in ginocchio”.
E’ andato su tutte le furie anche il professore dello stesso istituto, Giancarlo Visitilli che dalle colonne de “La Repubblica” nella sua rubrica “Inc@ttedra” scrive: “Però, nessuno mai aveva pensato alla scuola senza banchi e senza sedie, se non i pedagoghi della Svezia e della Finlandia, che utilizzano anche lo spazio scolastico come luogo utile alla buona prassi dell’insegnamento. Ma in Svezia e in Finlandia, comunque, le sedie e i banchi a scuola ci sono. Forse in alcuni paesi poveri dell’Asia e dell’Africa no. Come in Italia, in Puglia, nella provincia di Bari. E la scuola dai giardini con l’erba alta due metri e la possibilità di fare gincane, fra i topi? E quell’altra dove non funzionano i bagni? Insomma, ce n’é di tutti i tipi e per tutti.
Io, in una di queste insegno. Ieri mattina ho cominciato la scuola con gli studenti seduti, i più fortunati sui banchi, e lì dove mancavano anche i banchi e le sedie, si é fatta scuola in piedi o qualcuno si é seduto a terra”.
Scuola che funziona, attenzione alla cultura, progetti per studenti, diritto alla studio e bla bla bla… Dietro le parole restano le storie: quelle di chi in questi giorni, nonostante le lamentele, le proteste, ha dovuto cominciare l’anno scolastico accovacciato per terra. Allora quanto conta la scuola per chi ci governa?