La cosiddetta globalizzazione non può più essere basata esclusivamente sulla barbara ricerca del profitto.
La Cina dovrebbe svelare al mondo la verità, e se dichiarata responsabile, coprirsi il capo di cenere, vestire di sacco e scoprire il suo modello di società che, nonostante la sua riconosciuta potenza economica, è costretta a vivere in mille contraddizioni che il regime cerca ancora di nascondere dietro al dito. In Cina, al di là delle apparenze, c’è lo schifo. Milioni e milioni e milioni di cittadini cinesi vivono in condizioni estreme, senza tutela, senza servizi, senza cultura. Sono uomini immolati dal regime alla sua logica di potenza, uomini che per il potere non valgono nulla se non ad essere considerati come macchine da sfruttare. Tutto il resto conta poco. Il medico eroe ce l’ha insegnato: doveva tacere per non compromettere la credibilità del sistema agli occhi della comunità internazionale.
Ma vi è di più. Il mondo industrializzato, Italia in primis, deve avere motivi di vergogna per la sua compartecipazione a questa consapevole situazione di selvaggio sfruttamento dell’essere umano, perché la Cina altro non è che un serbatoio inesauribile di esseri umani, bambini compresi, resi schiavi a servizio del re profitto selvaggio. Magari si aprisse un processo! Servirebbe per rendere palesi le contraddizioni di un sistema fracido, fatto di apparenze, che condiziona il cammino dell’umanità con le cosiddette leggi dell’economia, lontana anni luce dal dovere della salvaguardia e della tutela della dignità dell’uomo. La cosiddetta globalizzazione non può più essere basata esclusivamente sulla barbara ricerca del profitto.
Occorre certamente una rete di collaborazioni e di scambi economici, ma eseguiti nella giustizia e nella solidarietà tra tutti i popoli della terra, con un occhio speciale, molto speciale per il continente africano, ormai – immagino – al limite di una polveriera che sta per saltare in aria. La miccia è stata già accesa dall’arrivo del temibilissimo virus che avrà campo fertile per la conclamata carenza o mancanza di tanti servizi a partire da quello sanitario, sostenuto da molta approssimazione.
Il contagio in Cina è nato in questo contesto, corazzato dalla classe dirigente comunista e totalitarista per coprire il marcio e per una atavica arretratezza, ammantata di modernismo che, pur evidente agli occhi del mondo, non rende la verità del tantissimo opposto che non si vede. E’ pura ostentazione! La diffusione mondiale del virus ci sta dicendo che bisogna rimuovere le cause strutturali sulle quali è stata costruita la tanto declamata modernità ed iniziare il più rapidamente possibile, con autentico spirito di solidarietà e senza più ipocrisie né apparenze, ad invertire la rotta. Diversamente, non ci sarà mai giustizia né verità per la carnefi-cina del nostro tempo. Né, tanto meno, un futuro certo.