4 MAGGIO: VIGILIA DEL “5 MAGGIO”

Ogni tentativo di non considerare le valutazioni sanitarie, sarebbe come un colpo di stato.

Tanti sono in trepida attesa per la tanto sospirata “riapertura” dell’Italia che, pare, sarebbe stata fissata per il 4 maggio. Ho appena letto che in Lombardia, la Regione massacrata dal contagio, e il Veneto si stiano impuntando per la fine del lockdown in tale data giorno, a prescindere. Ovviamente tutti gli Italiani sperano che ciò avvenga. Si è un po’ tutti stanchi di restare a casa, ora ancor più di marzo. Il profumo della primavera si fa sentire. Le giornate assolate sono un attraente invito a varcare l’uscio di casa con direzione mare o altri luoghi di svago.

Attenzione, però!

Il 4 maggio sarà vigila del “5 maggio”, la celebre poesia di Alessandro Manzoni scritta in occasione della morte di Napoleone Bonaparte, esule a Sant’Elena. A scuola era un “obbligo” trattarla e impararla a memoria. Ciò a dire che per il sospirato termine del confinamento è necessario la più grande prudenza per evitare che dal giorno dopo e seguenti, si ritorni indietro, appunto al “5 maggio” che canta con tono mesto la morte anche se di una sola persona, quella di Napoleone Bonaparte, quella stessa “sorella morte”, come la chiamava San Francesco, che ha falciato in questo tempo migliaia e migliaia di persone. Se, malauguratamente, ciò si ripresentasse a ritmi incalzanti come quelli di fine marzo e della prima decade di aprile, sarebbe il colpo letale per la nostra cara Italia, già tanto provata. Ergo: allora cosa fare?Anche dopo il 4 maggio, si deve rimanere a casa? Fino a quando, ancora? L’Italia deve diventare un paese di clausura? E l’economia? E la scuola? E tutto il resto? E il campionato di calcio che per le società sportive è il problema dei problemi? Insomma, il primo lunedì di maggio si apre o si prolunga la chiusura? Quali le convenienze oggettive nei due casi?

Il metro e il merito della valutazione che deve corrispondere sempre al supremo interesse del popolo italiano, non competono alla politica che, per il bene dell’Italia, anche e soprattutto in questo tempo deve zittire o parlare con il contagocce, e mettersi in ascolto. L’ordine dell’alzata del passaggio a livello spetta esclusivamente all’Autorità sanitaria, la sola a “deliberare” se il 4 maggio prossimo i “treni” potranno accendere di motori della ripartenza. Ogni tentativo di non considerare le valutazioni sanitarie, sarebbe come un colpo di stato che nessuno può permettersi il lusso di compiere, a danno della tutela e della salvaguardia della salute dell’intero popolo italiano. Nessuno vuole rimanere agli “arresti domiciliari”. Ma saggezza vuole che restare in “carcere”, se suggerito dai Sanitari per un altro periodo di tempo, darebbe all’Italia maggiore tranquillità e sicurezza. “La gatta frettolosa fa i figli ciechi” o, se volete, “calma e gesso”, tanto per significare che la prudenza deve accompagnare e sostenere ogni scelta.  Alle forze politiche, alcune delle quali scalpitano nelle vesti di prorompenti e arroganti garanti per la riapertura del 4 maggio, l’obbligo di sottostare e di tacere. C’è tempo per guadagnare (o perdere) consenso elettorale. Il “5 maggio” potrebbe essere anche la loro poesia.

 

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