In Parlamento siedono rappresentanti che snobbano questa ricorrenza ma non la lauta indennità mensile che percepiscono.
Per un impedimento di natura tecnica sono stato costretto in questi giorni ad interrompere la mia amichevole vicinanza con i miei lettori. Cercherò adesso di riprendere il passo, semmai recuperando qualcosa che volevo scrivere a tempo debito. Una di queste riflessioni riguarda la grandiosa Festa del 25° Aprile. Non starò qui a riprendere le motivazioni di questa ricorrenza che non è, né sarà mai desueta. Questo giorno è molto importante per essere dimenticato perché, alla fin fine, altro non è che l’atto di nascita della Democrazia. Chi cerca di offuscarla o ridimensionarla è come se offuscasse o ridimensionasse la propria data di nascita. Non vi è altro paragone se non questo: il 25 aprile è e sarà la nascita di tutti coloro che amano davvero la Democrazia non solo a parole ma con le opere, coerentemente. Quelle senza queste, sono aria fritta. Ecco la ragione per la quale il 25 aprile sarà celebrato sempre a meno che – cosa inesistente in cielo e in terra – qualcuno che coltiva subdolamente velleità di grandezze monoteistiche, deciderà un giorno di utilizzare il pennarello per cancellare questo giorno dal calendario, con grandi lamentazioni anche da parte dell’evangelista San Marco che pure si festeggia.
Se è un atto di nascita, ne consegue che tutti i passaggi della vita sono in esso inseriti. La prima comunione e la cresima per i credenti, il matrimonio, le amicizie, i parenti, il lavoro, la casa, ecc. Senza di quell’atto nulla può sussistere. Ebbene, credo che la stessa cosa valga per il 25 aprile. In esso vi sono le radici di tutti le tappe democratiche dell’Italia e anche queste devono essere tutte svolte con coerenza di opere e di fatti perché le sole parole non bastano. Una di queste tappe fondamentali è il baluardo del Parlamento della Repubblica Italiana, che è figlio primogenito del 25 aprile. In esso siedono i rappresentanti del popolo italiano, i quali non si possono permettere la licenza di non rispettare questa data.
Allora, se tra gli scanni del Parlamento, siedono rappresentanti che la pensano diversamente dal valore di questa ricorrenza, che in questo giorno decidono provocatoriamente di fare altro, di sbeffeggiare gli Eroi della Resistenza, di cercare di cambiare le carte in tavola, di fare dichiarazioni sarcastiche, di far finta di nulla e quant’altro ancora, non sono “figli” degni di questo anniversario. Se sono coerenti davvero, devono lasciare lo scanno a chi lo è. Solo in questo modo possono rendersi credibili rispetto a quello che sguaiatamente dicono su questo anniversario. Diversamente, sono rappresentanti che difettano sotto il profilo della coerenza democratica anche se si ammantano di coerenza quando percepiscono la lauta indennità mensile che non è di 600 euro di questi tempi, tanto quanto le famiglie stanno ricevendo per far fronte alla crisi determinata dal contagio. Se poi sono nominati membri di Governo, sono doppiamente incoerenti perché entrano in carica con il giuramento: <<Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione”. La fedeltà alla Repubblica è figlia del 25 Aprile! Di questi rappresentanti double face e approfittatori, l’Italia del 25 aprile ne può e ne deve fare a meno. L’Italia avrà tutto da guadagnare. Ovviamente la coerenza del 25 aprile vale per tutti i rappresentanti istituzionali ad ogni livello.
La festa del 25 Aprile così come quella prossima del 1 Maggio passeranno alla Storia come feste in cui al protagonista primario, cioè al popolo italiano, è stato impedito di parteciparvi grazie ad una legislazione emergenziale che non ha precedenti nella storia della Repubblica. Autorevoli costituzionalisti, finalmente, iniziano a parlare e a dimostrare che tutti i decreti emergenziali, compreso l’ ultimo, sono incostituzionali, mai passati al vaglio del Parlamento. Invito i lettori a leggere le dichiarazioni dell’ ex Presidente della Corte Costituzionale, prof. Antonio Baldassarre. Da semplice cittadino mi limito a dire che la legislazione emergenziale attuale non ha precedenti nemmeno negli anni bui del terrorismo o durante il sequestro Moro. Si configura invece esclusivamente come una legislazione di polizia che fonda la sua presunta legittimità sul concetto di ” assembramento”. Sappiamo che il regime fascista fondò il suo potere sul controllo poliziesco delle ” adunate sediziose”. Questo periodo che stiamo vivendo troverebbe senz’ altro posto tra le puntate storiche del grande Sergio Zavoli nella sua magistrale ” La notte della Repubblica”