Riceviamo e integralmente pubblichiamo:
“Alla Natuzzi Spa si sta incrementando l’orario di lavoro per gli addetti coinvolti nel Contratto di Solidarietà.
In termini assoluti, si arriverà a 6 ore quotidiane su 3 turni avvicendati per 5 giorni alla settimana, oppure, in alternativa saranno confermate le 5,5 ore per turno, ma su 6 giorni alla settimana, che significherà lavorare anche il sabato.
L’Unione Sindacale di Base, se da un lato giudica in maniera decisamente positiva i segnali di maggior domanda di mobili imbottiti che giungono dai mercati, dall’altro lato rimane ancora una volta sconcertata dall’atteggiamento della Natuzzi che dimentica, o fa finta di dimenticare, di avere più di 300 dipendenti in Cigs a zero ore, in attesa di rientrare in produzione negli stabilimenti murgiani della Natuzzi Spa.
Inoltre, va aggiunto che organizzare il ciclo produttivo su 6h al giorno per 3 turni avvicendati, comporterebbe svolgere, inevitabilmente, 2 ore di lavoro in orario notturno e, quindi, retribuirle con una maggiorazione del 30%. Per questo l’azienda sta pensando di evitare la prestazione lavorativa durante il notturno (dalle ore 22:00 alle 6:00) e ricorrere al sesto giorno di lavoro settimanale, offrendo alle maestranze anche una premialità economica, camuffata dall’erogazione di buoni pasto.
In conclusione… siamo arrivati all’ottusità e ostinazione vera e propria!
La Natuzzi preferisce subire i maggiori costi di un orario di lavoro incrementato, così come sopra descritto, ma non vuol sentir parlare di reintegro in produzione dei suoi dipendenti esiliati a Ginosa e collocati in Cigs a zero ore per cessazione attività.
Se a Cgil, Cisl e Uil, come al solito, sta bene ogni decisione aziendale, l’Unione Sindacale di Base, viceversa, considera irragionevole e autoritario il comportamento della direzione Natuzzi e proclama lo Stato di agitazione in tutti i siti del territorio, non escludendo azioni di lotta più aspre se i propositi dell’azienda non dovessero mutare”.