TRE ORE PER LA MENSA: PRENDERE O LASCIARE

La proposta originaria era di due ore giornaliere. Ora si attende la ratifica del Consiglio Comunale.

La fine della scorsa settimana si è svolto presso il palazzo municipale di Santeramo l’incontro tra la delegazione comunale, composta dal sindaco, dall’assessore al ramo e da quattro consiglieri comunali – due di maggioranza Filippo Fraccalvieri e Gigino Labarile, e due di opposizione Paolo Silletti e Giovanni Riviello – e quella della Dussmann, nuova ditta aggiudicataria dell’appalto mensa.

Al termine del braccio di ferro che è durato diverse ore, questa è l’interlocutoria decisione a cui si è pervenuti: la Dussmann assicurerebbe cinque ore di lavoro al giorno per le due cuoche, quattro ore per le tre vice cuoche e 3 ore per le tredici inservienti. Per queste ultime, il compenso medio mensile di circa 350 mensili, meno della metà di quanto percepivano con la loro stessa gestione cooperativistica.

Altro non è stato possibile concordare anche per la debole decisione assunta nell’ultima seduta del 4 novembre scorso al termine della quale il Consiglio Comunale ha deliberato soltanto di incontrare la nuova ditta aggiudicataria, accantonando l’affondo del l’atto di indirizzo di revoca adottato dal consiglio comunale il lontano 3 novembre 2015.

Intanto, le diciotto donne mensa continuano a presidiare l’androne del palazzo municipale. La patata bollente è stata messa nelle loro mani: prendere o lasciare. Sfiduciate per l’esito a cui si sta pervenendo, sembrerebbe prevalere tra di loro la scelta di chinare il capo ed accettare. Starebbero pensando di chiedere qualche altra briciola di lavoro, una mezzoretta in più, ma la Dussmann in sede di confronto, ha messo sul tavolo la tempistica delle tre ore oltre le quali non sarebbe in grado di andare.

Anche eventualmente potesse, la multinazionale si sente in una botte di ferro dopo la morbida carezza fattale all’unanimità nell’ultimo consiglio comunale.

Dopo il passaggio consiliare che, in buona sostanza ratificherà la decisione delle donne che sicuramente accetteranno la proposta delle tre ore senza correre il rischio di rimanere a zero, la mensa potrebbe iniziare a sfornare i piatti entro la fine del corrente mese.

 

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2 comments

  1. Giovanni Porfido

    Alla DUSMANN e company;

    Articolo 36 dell’attuale COSTITUZIONE;

    Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

    La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.

    Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

  2. Giovanni Porfido

    Secondo me le 18 donne della Cooperativa dovrebbero denunciare tutto il Consiglio Comunale.
    La legge italiana non ammette ignoranza!
    Mi riesce difficile credere che abbiano assegnato l’appalto mensa per bando e a parità di condizioni,
    SENZA AVER LETTO PRIMA QUALI FOSSERO LE REALI CONDIZIONI DELLA DUSMANN.

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