Attenzione ai bambini!
Dal mio quadrato di osservazione che altro non è che la finestra di casa mia, colgo impressioni e umori della gente che passa. Tre le categorie classificabili: una parte di essa è dotata di mascherina, segno che ha compreso la gravita della situazione ed è consapevole della permanenza del rischio anche dopo l’allentamento delle regole osservate fino a 3 maggio. Una seconda parte porta la mascherina ma non coprire bocca e naso ma la tiroide o, se volete, la usa come papillon; una terza parte, infine, cammina strafottente, come se nulla fosse.
Poi ci sono i bambini che in gruppo e senza protezione, giocano, incuranti del pericolo che corrono per se stessi e per i loro cari. Ci sono bambini che da mattina a sera stanno sula strada e nessuno li controlla o li richiama. Così non va. Anche loro devono essere educati ad osservare le regole. Colpa grave è dei loro genitori che vanno richiamati all’ordine.
Fino a qualche giorno fa girava l’altoparlante che invitava a rimanere a casa. Ora non più. Sarebbe opportuno riprendere questa raccomandazione soprattutto per i bambini e le loro famiglie e, se del caso, ammonire gli uni e le altre. Diversamente, qualcuno dica come e se è possibile osservare il distanziamento sociale nei giochi.
Ma stare alla finestra ha pure il significato dell’attesa di ciò che accadrà entro fine mese quando si potrà fare la verifica del ritorno alla “libertà”.
Ovviamente, speriamo bene e pensiamo al bene. Mettere ora i buoi dinanzi al carro in giudizi prevenuti, è un errore. Aspettiamo con pazienza e con prudenza. Poi faremo i conti.