Il consigliere Cristian Casili, promotore della legge per favorire la nascita di orti urbani, collettivi, didattici e socio-terapeutici, ha partecipato questa mattina all’incontro organizzato dalla Regione Puglia, nella sala conferenze al quinto piano del Palazzo della Giunta, per presentare le linee guida per l’attuazione della legge approvate con delibera di giunta lo scorso 3 ottobre.
Con l’iniziativa ‘Orti di Puglia’ si vuole favorire la nascita di orti urbani, collettivi, didattici e socio-terapeutici, con il coinvolgimento dei Comuni. Le finalità sono molteplici, tra queste aumentare la sensibilità di enti e cittadini, soprattutto dei più giovani, sul tema della sostenibilità alimentare e ambientale e favorire occasioni di socializzazione ed inclusione sociale per le fasce di cittadini più deboli. Gli orti saranno gestiti da cittadini, associazioni senza scopi di lucro, scuole, enti che si occupano di riabilitazione di persone con disabilità di tipo fisico, psichico e sociale e dell’integrazione di persone o gruppi svantaggiati. Le linee guida indicano le modalità per la realizzazione e la gestione di orti secondo un modello omogeneo che sappia coniugare pratiche colturali e iniziative di aggregazione sociale. Il modello che si intende diffondere considera gli Orti di Puglia come un sistema che comprende porzioni di terreno coltivato, spazi comuni, punti di aggregazione e socializzazione in cui sperimentare la dimensione comunitaria, solidale e partecipata che qualifichi gli orti come riferimento per la vita sociale dei Comuni.
“Lunedì 12 ottobre verrà pubblicato l’avviso pubblico per la presentazione dei progetti – dichiara Casili – e saranno premiati quelli più originali che coinvolgano luoghi di particolare interesse. Voglio ringraziare gli uffici del Dipartimento Ambiente – continua – il consigliere delegato Stefano Lacatena, i sindaci, le associazioni intervenute oggi e tutti coloro che hanno contribuito alla stesura del testo. Abbiamo cercato di evitare gli errori commessi in passato, quando si è provato a sperimentare orti in aree troppo periferiche. La norma poggia sui concetti di comunità e partecipazione, non solo come narrazione, ma come obiettivi reali. Abbiamo voluto per questo dare una nomenclatura precisa agli orti dividendoli in urbani, didattici e socio-terapeutici. La sfida degli orti urbani ad esempio è quella di recuperare aree all’interno del tessuto urbano, dove la comunità si può ritrovare, con i cittadini che diventano protagonisti del rinnovamento del paesaggio e del recupero di spazi abbandonati. Vogliamo dare vita a momenti di ‘tensione’ intesa in senso positivo, quella tensione che crea empatia, poesia, sorpresa e rafforza il senso di comunità. I progetti degli orti didattici sono invece rivolti agli bambini dei nidi e delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado, e saranno realizzati su aree verdi situate all’interno dei plessi scolastici o gestite tramite convenzione. Attraverso gli orti socio – terapeutici invece possiamo ottenere risultati grazie a progetti che puntino al recupero sociale o alla riabilitazione psichica e fisica delle persone con disagi o disabilità o che abbiano avuto storie di marginalità o svantaggio e la pratica colturale si affiancherà ad un percorso riabilitativo- terapeutico. La grande partecipazione dei sindaci e delle associazioni all’incontro di oggi è un segnale importante. Siamo sulla strada giusta per poter cambiare il volto delle nostre città ed educare alla sostenibilità ambientale”.